«Napoli città derenzizzata»: il cartello stradale con la faccia sbarrata di Matteo Renzi campeggiava ieri sul profilo facebook del sindaco Luigi de Magistris. L’immagine accompagna un lungo post contro il premier che sancisce di fatto l’inizio della campagna elettorale per le comunali del 2016. Il discorso parte da un ragionamento sulla filosofia d’azione dell’esecutivo: «Assistiamo con il governo Renzi a un’involuzione antidemocratica, un’accelerazione autoritaria dell’assetto istituzionale». Tanti gli esempi, dal Jobs act alla scuola al dl Madia, l’esito finale sarebbe secondo il sindaco in contraddizione con la stessa teoria renziana: «Non ha rottamato il sistema politico, sta rottamando Costituzione e paese. Mafia Capitale, inchieste Expo, Opere pubbliche indagine Firenze, Venezia Mose e altro: tutto nell’era renziana. Mi sembra un saldatore, più che un rottamatore!».

La guerra tra premier e sindaco è cominciata a settembre 2014 con gli articoli dello Sblocca Italia su Bagnoli ed è proseguita con i mancati trasferimenti al comune: «I governi liberisti tagliano alle comunità locali per mettere piombo sulle ali delle autonomie» prosegue De Magistris. Solo quest’anno arriveranno 60 milioni in meno dallo stato, se si calcolano dal 2010 i tagli diventano 324 milioni. Un salasso che, sommato al piano di rientro dal debito per il predissesto, ha fatto schizzare tutte le tasse locali al massimo. Non è sfuggito a de Magistris lo schiaffo arrivato con il decreto Enti locali, in cui il governo ha inserito contributi straordinari per Roma e Milano e non per Napoli.

E poi c’è Bagnoli. Il premier ha pronto il commissario straordinario, Salvo Nastasi (amico di Verdini e Gianni Letta), deve solo risolvere i nodi giuridici. Il sindaco ha già pronti i ricorsi contro la nomina e contro lo Sblocca Italia: «Renzi, dopo anni di omissioni, sprechi, affari e crimini, quando abbiamo finalmente messo in campo l’azione di rilancio di Bagnoli invece di dare alla città le risorse per la bonifica ha deciso di commissariare. Vuole mettere le mani sulla città».

In ballo c’è la campagna elettorale. Alle regionali di maggio in città ha votato solo il 40,6%, il 24,85% ha scelto i 5 Stelle, che si presentano come i principali competitor alla ricerca però di un candidato che possa superare l’elezione a doppio turno. Il sindaco non ha partiti di riferimento e punta sulla visibilità personale. Il Pd si affida a Renzi: gli appalti a Bagnoli, la nomina del presidente dell’autorità portuale, 15 miliardi in opere promessi dal ministro Delrio che dovrebbero in parte andare al sud, il masterplan per il Mezzogiorno. La segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione replica: «De Magistris attacca il premier per nascondere il disastro in cui ha gettato la città». A. Po.