Collante tra innovazione e diversità, il circo contemporaneo reagisce alla crisi causata dalla pandemia attraverso la contaminazione. E il primo a effettuare questo scarto dalla norma è il Cirko Vertigo di Grugliasco (appena fuori Torino), scritto con la k greca di kínema, movimento, che già, forse inconsapevolmente, individuava alle sue origini il ricorso alla tecnologia come necessità e opportunità.

L’archivio
Forte di venti anni di esperienza – gli ultimi cinque come Fondazione – ha deciso di rendere consultabile liberamente, su www.niceplatform.eu, la sezione Archivio: una amplissima raccolta di video, fotografie e libri inerenti il mondo delle arti performative e del nouveau cirque. Attiva da pochi giorni, la sezione rappresenta un momento di restituzione culturale rilevante, soprattutto in un periodo di stasi forzata dell’intero settore.

Paolo Stratta
«Fissare attimi che vivono nell’istante dal vivo e trasmetterli a una platea più vasta e alle nuove generazioni», questo l’intento principale dell’iniziativa riassunto da Paolo Stratta, fondatore e direttore di Cirko Vertigo. La decisione affonda le radici a un anno fa, quando la pandemia era agli inizi e il cambio di paradigma ancora sfocato: «Lì abbiamo iniziato una profonda trasformazione organizzativa, che nasceva dall’esigenza di salvaguardare complessivamente il nostro progetto, nonché il lavoro di sessanta persone tra collaboratori e tecnici. Lanciammo «Solo in teatro», ideato e diretto dalla regista Caterina Mochi Sismondi, una stagione teatrale digitale con un cartellone di spettacoli che si potessero tenere a qualunque costo. E abbiamo creato la piattaforma NicePlatform, che, ora, oltre agli spettacoli dal vivo (la prima sezione) ospita l’Archivio storico (la seconda) in cui entreranno le stesse esibizioni della stagione insieme ai vent’anni passati di Vertigo, più i dieci che hanno anticipato il progetto. Una terza sezione sarà presto dedicata alla formazione, essendo noi ente formativo con una scuola frequentata da studenti provenienti dall’Italia, dall’Europa, dal Sudamerica (Brasile e Colombia in testa) e da altri Paesi, dalla Palestina al Marocco».

Pino(k)io
Tra gli oltre 40 spettacoli, la pietra miliare è sicuramente Pino(k)io del 2002, ideato da Paolo Stratta e Chiara Bergaglio, che segnò nella storia recente del circo contemporaneo un punto di non ritorno: il passaggio da una forma di spettacolo monotematica alla creazione di un nuovo linguaggio nelle arti performative del circo. Tra prosa e mimo, Pino(k)io cercava una nuova via che liberasse il circo dai cliché e lo ibridasse con il teatro e la danza. Un tentativo affinato, poi, in Northern Star e successivamente in Una piccola tribù corsara, realizzato per i 150 anni dell’Unità di Italia e portato in scena in Argentina e in Brasile, raccontando in chiave circense il carattere di una nazione e la sua trasformazione nel corso del tempo. Per arrivare, nel 2015, a VertigoSuite# della Compagnia blucinQue, che ha messo in scena un dialogo tra circo, danza e musica, debuttando al Piccolo Teatro di Milano.

Innovare e accogliere sono gli imperativi. «Il circo – spiega Stratta, che si avvicinò a questo mondo nei primi anni Novanta come mangiafuoco – è storicamente un’arte inclusiva. Ha incluso tutte le diversità e differenze, aveva nascosto i partigiani, accolto l’omosessualità quando era bandita altrove, valorizzato la disabilità. Anche perché è in grado di trovare soluzioni a problemi complessi. E, anche noi, in questa fase difficile cerchiamo di fare la nostra parte, privilegiando i processi della creazione e i nessi di significato rispetto a quelle manifestazioni della comunicazione che tendono verso l’impeccabile o l’eccellente. L’Archivio permette di andare in profondità, restituendoci le testimonianze, i percorsi e l’evoluzione di un’arte giovane, che ha reagito all’amarcord felliniano contaminandosi e che in Italia ha una comunità diffusa. E a Torino ha il suo epicentro».

Perché proprio la città della Mole? «Torino, come direbbe Auerbach, ha come sempre una prefigurazione. Nell’Ottocento era la capitale degli acrobati, esisteva una scuola di circo che si chiamava la «Stella torinese», e anche quelli presenti nelle prime pellicole, agli esordi del cinema, si erano formati qui. Noi abbiamo aperto una strada ulteriore. Abbiamo avuto fortunatamente l’apporto delle istituzioni: Torino è stata la prima città a liberalizzare l’arte di strada e il Piemonte la prima regione a sostenere questo tipo di spettacolo. Certo, l’influenza della Francia, culla del circo contemporaneo, è innegabile e si fa sentire vista la vicinanza». A dimostrazione del fermento piemontese, la Fondazione Cirko Vertigo organizza ogni anno il festival «Sul Filo del Circo», mentre a Fossano, nel Cuneese, si tiene annualmente il festival Mirabilia e a Nole, nel Canavese, «Lunathica». Tutte e tre le rassegne accolgono artisti e compagnie internazionali. Il circo è, d’altronde, lavoro e come altre espressioni del mondo culturale si trova in una situazione critica.

Registrazioni
La piattaforma online di Cirko Vertigo, senza volersi sostituire al rapporto dal vivo tra pubblico e artisti, prova a misurarsi con le opportunità offerte dai nuovi media, mettendo in gioco i linguaggi e le stesse logiche della messa in scena (la ripresa filmica non è solo registrazione ma parte della drammaturgia). Questo è un tema di dibattito, che spesso si divide, parafrasando Umberto Eco, tra apocalittici e integrati, tra chi non vede alternativa all’happening teatrale e gli entusiasti del nuovo.

Documentazione
E c’è chi cerca altre strade: «Il live streaming – precisa Stratta – non è per noi il fine, ma abbiamo avuto la necessità di confrontarci con una scelta obbligata per continuare a lavorare e a produrre. Non si può fare gli snob. Abbiamo cercato la messa in sicurezza di un’intera comunità artistica di lavoratori». L’Archivio di Vertigo conterrà anche backstage, svariate schede di libri (da Dario Fo a Marcel Marceau) e altri documenti consultabili da ogni angolo del mondo. Almeno tanti quanti quelli da dove provengono i trecento giovani professionisti (40 nazionalità in tutto) formatisi a Grugliasco dal 2002 a oggi.