Il tribunale del Riesame di Napoli ha disposto ieri la scarcerazione di Raffaele Borrelli, il terzo dei giovani coinvolti nel presunto stupro, lo scorso 5 marzo, della ventiquattrenne di Portici nell’ascensore della stazione di San Giorgio a Cremano della metro Circumvesuviana. La scorsa settimana e quella precedente erano già stati liberati gli altri due ragazzi coinvolti, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino. I giudici avrebbero ritenuto «poco circostanziata» la ricostruzione dei fatti fornita dalla presunta vittima. Sarebbero emersi forti dubbi anche per la storia clinica della ragazza, che sarebbe affetta da bipolarismo.

Le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza, puntate sulle porte dell’ascensore, hanno ripreso le fasi antecedenti e successive alla presunta violenza. Secondo i giudici, «nelle immagini si coglie una connotata ed esteriore tranquillità. Due indagati escono insieme alla ragazza perfettamente ricomposta nel vestiario, con il cellulare in mano e la borsa a tracolla in condizioni di apparente tranquillità. L’atteggiamento della giovane appare in totale contrasto con un’esperienza di elevata traumaticità vissuta pochi attimi prima».

Non conta, quindi, per i giudici che sia stata trovata in lacrime e sconvolta sulla banchina della stazione da un passante. L’avvocato della ragazza, Maurizio Capozzo, ribatte: «La mia assistita ha disturbi molto seri tanto da sfociare nell’anoressia ma tutti gli esperti che abbiamo consultato sono concordi nel dire che far derivare da questo in automatico una personalità bugiarda significa cancellare decenni di studi. Il centro antiviolenza Dafne dell’ospedale Cardarelli di Napoli ha ritenuto il racconto della violenza genuino, attestando “l’assenza di consensualità”. In quanto alle immagini, in cui non si vedono reazioni da parte sua, sono ancora gli esperti a spiegare che si tratta dell’effetto freezing, un meccanismo difensivo per cui non si reagisce per superare una situazione di pericolo». E ancora: «La vittima è sempre stata claustrofobica, non avrebbe mai preso l’ascensore della Circum».

Nel referto medico, stilato la sera del 5 marzo, si attestano «lesioni all’area genitale». Nel referto psicologico del centro antiviolenza è scritto: «Non c’è nessun elemento consensuale». La storia clinica pregressa non ha nessun peso, semmai dovrebbe costituire un’aggravante e non un’esimente.