Rete No War ricorderà a Roma oggi con cartelli e striscioni la criminale aggressione alla Libia iniziata il 19 marzo 2011. Un’operazione all’insegna delle menzogne – che quasi annullarono anche l’attivismo pacifista in Occidente, salvo poche risicate eccezioni. Un’operazione dai risultati disastrosi: un paese che era prospero è ora ridotto a un caos armato, parzialmente occupato da Daesh. Per questo uno dei cartelli di Rete No War reciterà «Bombe Nato in Libia: l’Isis/Daesh ringrazia».

La guerra Nato in Libia, insieme alla guerra di Bush in Iraq nel 2003 e al sostegno per anni offerto dai paesi Nato e dalle petromonarchie ai gruppi armati in Siria hanno reso il Califfato una potenza terrificante e hanno distrutto tre paesi, anzi molti di più: gruppi terroristi affiliati a Isis/Daesh o al Qaeda stanno devastando l’Africa. Per non parlare dell’annientamento dello Yemen a opera ella grande madrina del terrorismo: l’Arabia saudita.

E nessuno paga mai per questi errori criminali.

Ora gli Usa stanno spingendo l’Italia a guidare un secondo intervento militare in Libia. Ufficialmente per sgominare Daesh (dopo averlo aiutato), in realtà per mettere al sicuro i pozzi e impianti petroliferi, lungo le coste. Ciò significa con ogni probabilità lasciare che Isis/Daesh, al Qaeda e le altre fazioni jihadiste si contendano altre zone del paese – e sarà una scusa per mantenere una presenza militare occidentale lungo le coste.
Quel che occorrerebbe fare è una vera opera di boicottaggio economico totale di Daesh/Isis, ma l’Italia non sta affatto spingendo in questo senso i suoi cari amici turchi, sauditi & C.

Rete No War terrà dunque presidi di controinformazione lungo il percorso del corteo «Roma non si vende» (piazza Vittorio-Campidoglio) e dà appuntamento agli attivisti alle 15,30 a piazza Vittorio.