«L’Antitrust ha dimostrato che le istituzioni sono in ascolto, Davide ha vinto contro Golia» è il commento di Valerio Carocci, presidente dell’Associazione Piccolo America, alle misure cautelari nei confronti di Anica, Anec e Anec Lazio annunciate ieri da un comunicato della Autorità Antitrust. Misure che erano state ipotizzate dal provvedimento nei confronti delle associazioni pubblicato lo scorso 24 giugno, in cui si ravvisava «un’intesa restrittiva della concorrenza» a danno degli organizzatori di arene estive gratuite che avevano sporto denuncia all’Antitrust: oltre al Cinema America di Roma Cinemusica Nova dell’Emilia Romagna e il Laboratorio di Quartiere Giambellino-Lorenteggio della Lombardia.

«L’AUTORITÀ garante della Concorrenza e del Mercato – recita infatti il comunicato – ha deciso di imporre misure cautelari per impedire l’attuazione di un’intesa di boicottaggio tra l’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali (Anica), l’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec) e l’Associazione regionale Lazio esercenti cinema (Anec Lazio) nei confronti delle arene a titolo gratuito. I comportamenti di tali soggetti, come riscontrati, impediscono a dette arene di approvvigionarsi di film da programmare nelle manifestazioni estive dell’anno in corso». Era quanto continuavano a denunciare due giorni fa i ragazzi del Cinema America, che annunciando il programma della seconda settimana del Cinema in Piazza si dicevano «delusi e sfiniti» dai continui rifiuti delle case di distribuzione, e facevano un lungo elenco di registi i cui film, per questo motivo, non si potranno vedere nelle arene romane di San Cosimato, La Cervelletta e Tor Sapienza: Bong Joon-ho, Francis Ford Coppola, Kathryn Bigelow, Sergio Leone, Stanley Kubrick, Joel e Ethan Coen, Steven Spielberg, John Landis, Tim Burton, Tod Browning, Cristopher Nolan e molti altri.

A venire danneggiati, sottolinea il comunicato dell’Antitrust, sono in primo luogo i consumatori – il pubblico delle arene. «La misura cautelare adottata dall’Autorità mira a impedire che si produca un danno grave e irreparabile per la concorrenza per effetto del quale al consumatore verrebbe sottratta – per il 2020 – la possibilità di fruire del servizio di intrattenimento e culturale oggetto del presente procedimento. L’Autorità ha pertanto ritenuto necessario che le Associazioni ripristinino la piena libertà delle case di distribuzione e degli intermediari nella definizione della strategia di commercializzazione del prodotto cinematografico alle arene gratuite». Viene quindi disposto che entro cinque giorni «le Associazioni cessino immediatamente di dare attuazione all’intesa contestata nel procedimento», e cioè le linee guida che vincolano, secondo il giudizio dell’Antitrust, le distribuzioni a non cedere i film alle arene gratuite. E si «intima» inoltre «la revoca delle comunicazioni/indicazioni contenenti ogni forma di condizionamento e/o orientamento della strategia di commercializzazione del prodotto cinematografico, dandone adeguata comunicazione agli iscritti». Entro 5 giorni le associazioni dovranno infine «inviare ciascuna per proprio conto una relazione dettagliata sull’attività svolta per ottemperare alla delibera odierna».

E SE LE CASE di distribuzione decidessero comunque, in quanto società indipendenti, di non dare i loro film per queste rassegne? In via teorica, spiegano dall’Antitrust, si potrebbe intervenire anche nei loro confronti – anche se dovrebbe esserci il «fumus» di una concertazione fra le varie distribuzioni per non rifornire le arene.
Per il momento, i ragazzi del Cinema America esprimono la loro soddisfazione, e la loro solidarietà nei confronti di tutte le realtà – dagli attori alle maestranze e i cinema stessi – colpite dalla pandemia. «Speriamo ora che con questa misura cautelare molte realtà italiane, bloccate dal boicottaggio, possano finalmente inaugurare la loro stagione estiva e ritornare a dare lavoro a centinaia di famiglie, dando anche il loro contributo alla ripartenza economica del settore culturale. Quello di oggi è un nuovo inizio per riappropriarci del diritto di tutti a lavorare e di poter garantire l’accesso alla cultura anche gratuitamente».