Al via il secondo round della guerra commerciale che oppone ormai apertamente Cina e Stati uniti. Dopo i primi 34 miliardi di dazi reciproci scattati lo scorso luglio, ieri alla mezzanotte americana nuovi dazi Usa al 25% sull’import made in China sono entrati in vigore.

Si tratta una nuova tranche dei 50 miliardi totali di sanzioni volute dal presidente Trump. Simultaneamente è divenuta operativa la mossa speculare della Cina che ha imposto dazi su ben 300 prodotti americani, sempre nella misura del 25%.

Ma potremmo essere solo all’inizio di un conflitto di ben più ampie proporzioni: pende sul capo di Xi la possibilità di ulteriori dazi fino al 25% sull’import di beni made in China per 200 miliardi e altri interventi protezionistici fino a 500 miliardi (il valore complessivo dell’export cinese verso gli Usa).

Il governo cinese ha commentato la decisione americana riaffermando la sua «ferma opposizione» alle mosse Usa e per la difesa del «libero scambio e del multilateralismo». Pechino si riserva di agire a difesa dei suoi diritti non solo, se necessario, con azioni dirette, ma anche rivolgendosi al Wto.