L’Ufficiale nazionale di statistica di Pechino ha pubblicato i dati relativi all’andamento economico e demografico complessivi del 2019. C’era curiosità per alcuni dati in particolare: la crescita, per capire in che modo i dazi hanno finito per influenzarne l’andamento e il tasso di natalità, diventato con il tempo un problema decisamente urgente per la Cina.

E i sospetti al riguardo sono stati confermati: la popolazione complessiva della Cina ha superato 1,4 miliardi di individui alla fine del 2019, ma il tasso di natalità si è attestato a 10,48 per mille. Si tratta di un minimo storico che non accadeva di primi anni della fonsdazione della repubblica popolare nel 1949; i tempi del controllo delle nascite per evitare «la bomba demografica cinese» sono ormai lontani. Condizioni economiche, difficoltà sociali sono tra i primi motivi di questo crollo delle nascite.

Nel 2019 la popolazione cinese complessiva è risultata in aumento rispetto a 1,39 miliardi dell’anno precedente, mentre – come riporta Agenzia Nova -il numero dei nuovi nati è sceso a 14,65 milioni, rispetto ai 15,23 milioni del 2018. L’abolizione della politica del figlio unico nel 2015 non ha fornito una spinta tangibile al tasso di natalità del paese. Dopo che Pechino ha permesso alle coppie cinesi di avere due figli, il tasso di nuovi nati è salito a 17,86 milioni nel 2016, ma da allora è diminuito ogni anno.

Per qunto riguarda l’economia, Pechino stimava che il prodotto interno lordo cinese sia cresciuto di oltre il sei per cento nel 2019, e i dati confermano la crescita al 6,1. Il vicepremier della Cina, Liu He in occasione della sua visita a Washington per siglare l’accordo commerciale ad interim con gli Usa, ha specificato: «La Cina approfondirà ulteriormente le riforme interne e si aprirà al mondo esterno».