Il grido di dolore arrivato perfino dai sindacati firmatari ha sortito un primo (piccolo) effetto. L’incontro richiesto ad Fca per parlare della ormai insostenibile situazione degli stabilimenti torinesi (Mirafiori e Grugliasco) si terrà lunedì. A confermare lo stato di semi-chiusura della culla della (fu) Fiat ieri è arrivato l’ennesimo annuncio di cassa integrazione: per tutti i 582 addetti delle Presse di Mirafiori altri sei giorni di stop a maggio, in pratica non si lavorerà fino all’11.
«Continua la scia infinita di cassa integrazione e contratti di solidarietà», commenta Federico Bellono, segretario torinese Fiom che annuncia anche l’incontro con Fca: «L’azienda incontrerà tutti i sindacati, anche se lo farà ancora una volta separatamente, benché noi avessimo chiesto un incontro unitario visto che il contratto non c’entra niente con i problemi in discussione».
Dunque lo schema è il solito: il responsabile delle relazioni industriali Pietro De Biasi parlerà prima con Fim Cisl, Uilm, Fismic, Ugl, dopo con la sola Fiom.
«Per noi è fondamentale aprire un confronto prima degli annunci di Marchionne del primo giugno all’Investitor day», spiega il segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano – con particolare attenzione alla linea MiTo a Mirafiori, la definizione di un piano formativo per adeguare le professionalità alle future esigenze produttive e relativa gestione degli ammortizzatori necessari ed individuare soluzioni positive per lavoratori con ridotte capacità lavorative presenti nei due siti produttivi».
Per gran parte dei lavoratori gli ammortizzatori scadranno a luglio. In attesa di un possibile secondo modello a Mirafiori (dovrebbe essere una nuova Maserati) l’idea è quella di un contratto di solidarietà per permettere la formazione dei lavoratori prima della messa in produzione. Ma Fca sarà disponibile? Cosa chiederà in cambio?