Non solo «danni permanenti e non recuperabili» sulla Barcaccia di Piazza di Spagna. La furia degli hooligan olandesi del Feyenoord ha portato scompiglio anche nel cuore delle istituzioni romane e nazionali. Roma si è scoperta più insicura di quanto il Viminale avesse voluto far credere e il sindaco Ignazio Marino, che ha polemizzato con questore e prefetto per le misure adottate per contenere i tifosi che in due giorni hanno sconvolto la Capitale, ne ha chiesto conto ad Angelino Alfano. Ieri sera però, dopo il Cdm, tra i due c’è stato solo un breve colloquio telefonico, e l’incontro è stato rinviato ad oggi. Ma sul ministro degli Interni, che proprio ieri in mattinata aveva riferito al presidente Mattarella il programma anti-terrorismo previsto per prevenire attentati di matrice islamica, pendono ora le richieste di dimissioni avanzate da Sel, dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.

In serata il responsabile degli Interni ha fatto poi sapere che ha intenzione di proporre in sede europea un Daspo continentale per i tifosi violenti e ha annunciato che, insieme a una legge sulla sicurezza delle città ed il decoro urbano, invierà immediatamente a Roma 500 militari per rafforzare l’«operazione strade sicure». Nei prossimi giorni incontrerà anche il presidente dell’Anci Piero Fassino, preoccupato di evitare il remake della scena in altre grandi città.

PD: MARINO, NON INTENDEVO OFFENDERE, MA RICONOSCIAMO ERRORE.  PARTITO E' SANO, MA E' SUCCESSO QUALCOSA CHE NON DOVEVA ACCADERE
Marino «apprezza» il gesto di Alfano sicuro che la nuova legge contenga qualcosa in più dei provvedimenti adottati l’anno scorso, quando, ricorda, «dopo le mie sollecitazioni, il ministro annunciò dei numeri per segnalare con un sms gli eventuali problemi di sicurezza, un programma che mi sembra evidente non sia stato sufficiente».

Marino però accusa anche questore e prefetto di aver sottovalutato la portata degli eventi, soprattutto dopo i primi incidenti di mercoledì sera. Accuse respinte dal questore Nicolò D’Angelo che ieri, in conferenza stampa, ha detto di comprendere Marino «dal punto di vista umano» ma ha ribadito: «Se dovessi tornare indietro farei la stessa scelta. Nessuna sottovalutazione, altrimenti non avremmo impegnato 1800 uomini in campo, 600 solo nel centro storico. Ma se fossimo intervenuti nella piazza con quel flusso di tifosi avremmo innescato una miccia spaventosa. Io, signori, morti non ne faccio. Non ci sono scene di massacri». La preoccupazione della questura, che è in possesso di «dieci ore di filmati» girati da «sei postazioni della scientifica», è stata quella di contenere i danni ed evitare lo scontro diretto «con 600 romanisti radunati a piazzale Flaminio e pronti a intercettare un eventuale corteo dei tifosi olandesi».La polizia italiana, come del resto perfino anche quella olandese, non conosceva i nomi dei tifosi che sarebbero giunti a Roma perché, spiega D’Angelo, «quei tifosi non sono partiti da Rotterdam ma si sono mossi in treno o con altri mezzi da Bruxelles e da altre città europee».

Sui fatti, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta ipotizzando anche il reato di devastazione. Che potrebbe essere imputato ad alcuni dei 28 ultrà arrestati, sei dei quali rinchiusi nel carcere di Regina Coeli, e 19 già condannati per direttissima a pene pecuniarie che vanno dai 30 mila ai 45 mila euro a testa, e già rimpatriati. Un fascicolo è stato aperto anche dagli inquirenti di Rotterdam.

Ma la furia degli ultrà del Feyenoord ha rischiato perfino di creare tensioni diplomatiche tra i due Paesi, quando l’ambasciatore olandese Michiel Den Hond, in una lunga telefonata con il sindaco Marino, ha riferito l’indisponibilità del suo governo a pagare i danni provocati dagli «incontrollabili» hooligan. Che ammonterebbero, secondo la cifra che il Codacons si appresta a chiedere all’Olanda, a 2,8 miliardi di euro». Ma mentre il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, ha stigmatizzato in una lettera a Marino «il comportamento riprovevole» dei suoi concittadini, portando le scuse e la solidarietà della sua città e offrendo ogni «collaborazione per rintracciare individui che abbiano commesso illeciti», il portavoce dell’ambasciata, Aart Heering, ha minimizzato i danni riportati alla fontana del Bernini: «Si sono staccate tre schegge», ha detto in un’intervista a Repubblica Tv aggiungendo però la piena collaborazione delle autorità olandesi «per capire chi sono i vandali che hanno rotto quelle schegge».