La voce profonda, indimenticabile, che sapeva modulare come quella di Orson Welles, la vulnerabilita’ devastante delle sue espressioni, l’istinto infallibile per i personaggi, la grazia di un grandissimo attore che sceglie di comportarsi come un caratterista, Philip Seymour Hoffman e’ mancato d’improvviso domenica a New York. Aveva quarantsei anni. Secondo le prime informazioni, il suo cadavere e’ stato trovato in tarda mattinata da un collaboratore nel bagno di un appartamento del West Village, il quartiere in cui viveva. Le prime indagini, ancora ufficiose, parlano di overdose. L’attore, recentemente apparso a Sundance per promuovere il film di John Slattery God’s Pocket, l’anno scorso aveva trascorso dieci giorni in una clinica di disintossicazione e aveva ammesso una dipendenza da eroina e droghe. Anche all’inizio della sua carriera la droga era stata un problema, come Hoffman aveva raccontato in alcune interviste del passato.

Presenza preziosissima del cinema indipendente americano degli ultimi vent’anni, Hoffman era conosciuto in citta’ anche per il suo lavoro in teatro. Solo nel 2012 era stato un Willy Loman miliare nel piu’ recente dei revival di La morte di un commesso viaggiatore. Tra le altre sue apparizioni piu’ famose sul palcoscenico Long Day’s Journey into Night e True West. Al cinema, Paul Thomas Anderson lo ha usato come un talismano in quasi tutti I suoi film, a partire dall’esordio, Hard Eight, dandogli nomi bizzarro/misteriosi come Phil Parma (Magnolia), Dean Trumbell (Punch Drunk Love), Scotty J. (Boogie Nights) e l’ipnotico ruolo del “guru” Lancaster Dodd, in The Master, magnifico duetto tra Hoffman e Joaquim Phoenix.

L’Oscar lo ha preso interpretando Truman Capote in Capote, di Bennett Miller (con lui anche in Moneyball e in Foxcatcher, atteso per quest’anno). E tra gli autori con cui ha lavorato nel corso degli anni, ci sono Robert Benton (Nobody’s Fool), I fratelli Coen (The Big Lebowski), Todd Solondz (Happiness), Cameron Crowe (Almost Famous), Charlie Kaufman (Synedoche, New York) e Sidney Lumet (Before the Devil Knows You’re Dead).

Gia’ da Twister (1996), Hoffman aveva provato di saper alzare la posta in una grande produzione hollywoodiana. Tra le altre a cui aveva prestato il suo talento, Mission Impossibile III e Red Dragon. Nel 2013 ha interpretato molto controtipo Plutarch Hevensbee in The Hunger Games: Catching Fire. Le riprese della prima e seconda parte del capitolo conclusivo della trilogia di Suzanne Collins erano in corso al momento della sua morte.