È scomparsa ieri, dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro il cancro, Mariella Gramaglia. Alcuni di noi hanno conosciuto Mariella agli inizi dell’avventura del «manifesto», quando alla generazione dei fondatori si univano i ragazzi del ’68.

Nelle stanze di via Tomacelli Mariella conosce e sperimenta un nuovo lavoro che rappresenta anche una tappa politica di una vita ricca di tanti percorsi e una via maestra: il femminismo.

Come ricorda Silvia Neonato nell’articolo che ne disegna la figura, nel suo blog, Mariella scriveva di sé: «… sono nata a Ivrea e mi sono laureata in filosofia nel 1972. Tra Palazzo Campana, Mirafiori, Vanchiglia e Palazzo Nuovo ho visto molte albe lungo i viali e sotto i portici quando Torino era fiammeggiante di molte passioni, ma non ancora swinging. Poi Roma, il femminismo, la grande scoperta della mia vita… Insieme alla politica ho cominciato il lavoro giornalistico: al manifesto, alla Rai, al Lavoro, nelle riviste e infine a Noidonne, come direttrice nel 1985. Intanto nascevano due figli: Maddalena e Michele….».

Nel 1987 viene eletta in parlamento tra gli indipendenti di sinistra, nel 1994 si dedica alle pari opportunità con le sindacature di Rutelli e Veltroni, vicina ai cittadini «con la consapevolezza che i diritti dei cittadini non si esercitano solo una volta ogni cinque anni per votare, ma sono il sale della democrazia, ogni giorno». Poi, nel 2007, lascia l’assessorato e per lei comincia una nuova storia in India.

Tutto il collettivo del giornale condivide questo triste momento con la famiglia e gli amici di Mariella.