Un appello «alle forze politiche sane del Parlamento» per votare «subito una legge che consenta anche la commercializzazione della cannabis light, delle infiorescenze e dei prodotti derivati da piante sviluppate con semi certificati». Il senatore del Movimento 5 Stelle Lello Alfonso Ciampolillo vuole bypassare la Lega, perciò punta a costruire un’alleanza di scopo in parlamento con le forze politiche dell’opposizione per far passare la proposta di legge che domani presenterà a Palazzo Madama.

Il senatore M5S Lello Alfonso Ciampolillo

Il suo sarà un provvedimento per sanare il vuoto lasciato dalla legge 242/2016 e rilevato dalla recente sentenza della Cassazione?
Certo, in realtà quello che non è espressamente vietato si può fare. Ma siccome c’è qualcuno che ha sollevato dei dubbi, e non si può affidare alla magistratura la regolamentazione di un settore economico come quello della cannabis light, allora il parlamento deve intervenire. Con una semplice legge di pochi articoli si chiarisce in maniera inequivocabile cosa è legale e cosa non lo è, e si dà tranquillità a tutta la filiera che è già in piedi. Perché è chiaro che il danno si ripercuote anche sui coltivatori di canapa.

Senatore, ma come mai è stata varata una legge così incompleta, che norma cioè la coltivazione della pianta ma dimentica la vendita? Anche se alcune interpretazioni considerano le due fasi implicitamente conseguenti.
Infatti… Però questa legge è stata varata nella procedente legislatura.

Con il voto del M5S però.
Sì, certo, ma il testo base e gli emendamenti li faceva passare la maggioranza Pd. Noi abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare, ma con i limiti imposti dalla maggioranza. Ora però c’è questo vuoto, e se questo crea incertezze, il parlamento ha l’obbligo di chiarire la questione. Stiamo parlando di un settore di commercio che è ormai la normalità in tutto il mondo occidentale e quindi non ha senso mettere a rischio centinaia di negozi e una filiera che ha creato migliaia di posti di lavoro.

Già ieri in alcuni paesi, soprattutto al sud, le forze dell’ordine sono intervenute nei cannabis light shop per sequestrare alcuni prodotti sospettati fuorilegge. Magari poi tra qualche giorno verranno restituiti, ma il danno è fatto.
Sì è così, questi sequestri a mio avviso servono solo a creare terrore tra i commercianti. In modo che decidano di chiudere e il problema si risolva autonomamente. Mi risulta infatti che molti negozi in queste ore stiano chiudendo o abbiano interrotto la vendita delle infiorescenze, anche per protesta. È chiaro che così non può andare. Per questo ho rivolto un appello alla parte sana del parlamento che deve dare una risposta a quei tanti giovani che hanno investito in questo settore.

Quindi lei desiste dal convincere la Lega. Crede di poter trovare i voti necessari in parlamento fuori dal fronte proibizionista che in queste ore cerca di forzare la mano sul pronunciamento della Cassazione?
Sì, penso che i numeri ce li avremo. Perché qui il proibizionismo non c’entra nulla. Qui parliamo di fiori che non contengono i principi attivi, quindi non droganti. A quelli che hanno le idee poco chiare in merito, e che confondono i due piani, glielo spiegheremo.

Anche alla Lega? Anche a Matteo Salvini?
La Lega e il ministro Salvini lo sanno benissimo.

Ma, al di là del danno economico in un settore che nulla ha a che vedere con le sostanze stupefacenti, avete rinunciato a proporre la legalizzazione della cannabis a scopo ludico?
No, non abbiamo rinunciato: io ho depositato due pdl, uno per legalizzare la coltivazione domestica di quattro piante di marijuana a scopo curativo, e un altro progetto di legge per legalizzare lo stesso numero di piante per tutti i maggiorenni. Però oggi c’è un’urgenza che invece riguarda la cannabis light.

Siete disposti ad arrivare ad un braccio di ferro con la Lega?
Questa è un’iniziativa parlamentare dunque non c’è bisogno di un braccio di ferro con la Lega.

Ma se c’è un’urgenza sarebbe meglio intervenire con un decreto, o no?
Sì, c’è un carattere d’urgenza, ma in quel caso si aprirebbe la questione di maggioranza. Io credo invece che una discussione in parlamento serva proprio a convincere anche chi confonde la cannabis light con gli stupefacenti. Ma, per regolamento del Senato, anche per le iniziative parlamentari è prevista una procedura di urgenza. Noi la chiederemo. Mi sembra proprio il caso.