«Non bisogna avere paura». Arriva forte l’appello di Sally Kane, coordinatrice nazionale per le politiche dell’immigrazione della Cgil. Senegalese di origine e marchigiana di adozione, prima di ascendere alla segreteria nazionale del sindacato, Kane ha vissuto a lungo ad Ancona, dove si è laureata in economia, per poi entrare nella camera del lavoro del capoluogo.

Quanto accaduto a Macerata, il clima d’odio che continua a crescere, la preoccupano, com’è inevitabile che sia, ma, sostiene, «non per questo bisogna smettere di lottare per un mondo più giusto».

 

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Kane, come giudica quanto accaduto nell’ultima settimana?

Diciamo che siamo davanti a eventi in un certo senso prevedibili. Siamo davanti a una regressione culturale senza precedenti. Ci sono delle responsabilità precise, però, e bisogna dirle con forza: troppe forze politiche aizzano gli animi contro quella che definiscono ‘invasione di migranti’. Pare che tutti i problemi sociali siano causati dall’immigrazione, in Italia e in Europa. In particolare in molti se la prendono con i neri, ma solo perché sono riconoscibili. Al di là dell’incarico che ricopro in Cgil, da africana, trovo davvero vergognosi questo clima e questa campagna elettorale.

Che fare?

In Italia c’è una Costituzione che vieta la presenza di movimenti fascisti e nazisti. È ora che le istituzioni si facciano carico delle proprie responsabilità: bisogna mettere fuorilegge certi partiti. Sono in gioco quelli che erano i valori dei padri costituenti del nostro paese: c’è chi è morto per darci la democrazia e non è possibile adesso che succedano fatti come la sparatoria di Luca Traini. Non è possibile soprattutto che le istituzioni rimangano in silenzio. Servirebbe un grande lavoro culturale, a partire dai mezzi d’informazione: bisogna prestare attenzione ai messaggi d’odio che vengono veicolati nella società.

In tanti, troppi, sembrano però essere vittime di una campagna di odio e paura.

Bisogna far capire che i problemi sociali non sono causati dai migranti. La povertà diffusa, le disuguaglianze, la mancanza di lavoro, sono temi che non riguardano solo gli italiani, ma tutto il mondo. Serve un’analisi seria e concreta: molti immigrati arrivano in Europa perché sono stati espropriati dei propri beni nella propria terra. Penso alle multinazionali che sfruttano nel silenzio generale. La globalizzazione va governato all’interno di un orizzonte di diritti, come quello allo spostamento delle persone e non solo delle merci. Sono le politiche neoliberiste ad aver causato la crisi economica qui e ad aver fatto disastri in Africa. Queste persone che emigrano non arriverebbero in Italia se nessuno avesse devastato le loro terre. Spesso non se ne parla, si fa finta di niente, ma nessuno lascia casa propria senza un motivo. Nessuno si assume il rischio di attraversare il Mediterraneo, mettendo a rischio la propria vita, se non è obbligato a scappare dal posto in cui è sempre vissuto.

Dopo la sparatoria di Macerata, però, la paura adesso tocca anche i migranti, che si sentono sotto assedio.

È un fatto doloroso che colpisce tutti noi, ma non dobbiamo arrenderci a chi semina paura nella società. In Italia ci sono cinque milioni di immigrati ormai stabili da tempo, abbiamo seconde generazioni cresciute qui, famiglie miste… E questo al di là delle ondate migratorie più recenti. La società non può assolutamente permettersi di voltarsi dall’altra parte e non capire le trasformazioni in atto. Si fa tanta confusione: gli immigrati portano quasi il 9% del Pil con il loro lavoro, per fare un esempio. I dati sono questi: il ‘vecchio continente’ non può fare a meno di loro. Non dimentichiamoci, poi, che se oggi togliamo i diritti agli stranieri, un domani potrebbe succedere anche agli autoctoni, per così dire. Ma credo che l’Italia abbia gli anticorpi per combattere ogni forma di razzismo.