Se n’è andato venerdì sera il giornalista Federico Orlando. Era nato a San Martino in Pensilis in provincia di Campobasso, nel ’suo’ Molise che nel ’96 lo aveva eletto deputato del Pds. Era stato il condirettore del Giornale di Montanelli, con il quale condivise la rottura con l’editore Berlusconi e poi la nascita de La voce. Dal 2008 era condirettore di Europa. Dirigente del partito liberale di Malagodi, aveva aderito poi ai democratici di Prodi, e in tempi più recenti al Pd, ma anche ai radicali di Pannella con i quali ha condiviso fino all’ultimo le battaglie per i diritti. Molti i messaggi di lutto per la sua scomparsa.

«Un protagonista militante dell’Articolo 21 della Costituzione», per il segretario della Fnsi Franco Siddi. «Un liberale vero, che stava con i riformisti perché aveva capito che il liberalismo autentico era ed è, giorno dopo giorno, sfida e innovazione» per il ’liberal’ Enzo Bianco. «Un uomo che con convinzione si è battuto per un’informazione libera», per il segretario Ugl Geremia Mancini. «Un giornalismo dalla schiena diritta» per Nichi Vendola. «Gli devo dire grazie», ha detto Marco Pannella, reduce da un’operazione delicata (a cui Orlando negli scorsi giorni aveva scritto una lettera di incoraggiamento su Europa) «di questa lunga vita comune» e di «comuni punti di riferimento, comuni valori, comuni sentimenti e risentimenti». Un ricordo di Federico Orlando si terrà domani alle 17 nella redazione di Europa, a Roma, in via di Ripetta.