Ridley Scott è in piedi in una saletta di proiezione della Fox e con un
microfono in mano introduce alcune scene del suo *Exodus*, mostrate in
anteprima ad un gruppo di giornalisti. Sullo schermo scorrono monumentali
panoramiche dall’antica valle del Nilo, coi maestosi monumenti egizi in
strabiliante 3D, come si confà ad un peplum di era tecnologica. La storia
di Mosè firmata Ridley Scott non poteva poi non sposare il grandeur del
kolossal con profusione di battaglie campali con centinaia di comparse,
bighe e cavalli. Il regista che ha iniziato la carriera coi *Duellanti*
napoleonici è tornato ripetutamente alle ambientazioni storiche – il
medioevo inglese di* Robin Hood*, le crociate di *Kingdom o Heaven*. Ora di
nuovo all’antichità, quella del vecchio testamento, applicando alla
leggenda biblica di Mosè il trattamento da blockbuster già
sperimentato nel Gladiatore.

Le immagini viste a Los Angeles mostrano un film che impiega la scala del
“cinemascope” attorno al rapporto intenso e “maschile” fra i personaggi
centrali del faraone (Joel Edgerton) e il fratellastro Mosè interpretato
con caratteristica veemenza da Christain Bale. Al termine della
presentazione delle scene anche molto violente del film, Scott ha affermato
che “ogni riferimento a situazioni contemporanee non “è affatto casual”,
mentre Bale che ha detto di essersi preparato con un’attenta lettura dei i
cinque libri del Pentateuco, ha definito Mosè il primo “jihadista” della
storia.

Come ha avuto questo ruolo?

Qualche anno fa Ridley mu ha invitato a prendere il tè e mi ha parlato per
la prima volta di Mosè. La mia prima domanda fu ‘Mosè, nel senso di Mosè?
Cioè è una versione astratta, una cosa diversa o un peplum in piena
regola’. E lui: ‘No, no un classico con sandali e spade e tutto’. Al
principio mi sembrò una proposta improbabile, ma Steven Zaillian (*Schindler’
s List, gangs of New York* ndr.) stava lavorando alla sceneggiatura e
gradualmente ho capito che stavano cercando di umanizzare il personaggio. E
così mi sono detto ‘ma si’, eppoi era Ridley e da tempo volevo lavorare con
lui. Così ho accettato.

Che effetto le ha fatto indossare per la prima volta quella tunica?

Confesso che mi osno fatto un selfie e l’ho mandato a mia moglie. Abbiamo
fatto molti esperimenti, specie per il period “egizio”. Mi sono rasato i
capelli, tutti tranne una treccina, poi abbiamo provato varie parrucche e
ogni volta che ne indossavo una piangevamo dal ridere, poi il rimmel. Gli
antichi egizi erano un pò i *glam rocker* dell’antichità. A ben vedere
Ramses era un misto di Liberace e Mr. T con un bel pizzico di RuPaul
(celebre *trans* della TV americana, ndr.) I faraoni erano coltivati per
diventare degli dei – e inizilamente Mosè non fu da meno. Si credevano
splendidi esemplari e il trucco faceva parte dell’illusione.

Pensa che Mosè possa ancora interessare?

Certo trovo la sua figura estremamente attuale e non solo perchè si tratta
di una figura centrale per ognuna delle tre religioni abramiche – ebraismo,
critianesimo e islam. La sua storia pone la questione di se fosse un
liberatore, un ribelle o un terrorista. E quello che uno considera un
liberatore per un altro facilmente è un terrorista. Mi sembra abbastanza
evidente guardando il mondo oggi. Se l’Egitto allora era un impero, noi qui
oggi ne abbiamo un altro. Come oggi esiste chi è contraraio all’impero,
anche allora Mosè volle distruggerlo. Era un estremista e se entrasse qui
ora in questa stanza ci dovremmo preoccupare. Certo erano altri tempi ma
sarebbe difficile definirlo moderato o tollerante di punti di vista diversi
dal suo. Non aveva paura di passare per le armi nemici, prigionieri di
guerra o anche la propria gente per raggiungere i propri fini. È un
personaggio molto contradditorio ma assolutamente rilevante a ciò che
avviene nel mondo oggi quando c’è chi tenta di assurgere ad autorità
religiosa tramite la barbarie assoluta. E forse sono proprio le
contraddizioni che rappresenta ad averne fatto un profeta così importante.

Certo interpretare Mosè comporta una certa responsabilità…

All’inizio, è naturale, ti chiedi se davvero potrai incarnare un figura di
questa portata, che così tanti considerano sacra. D’altro canto molti
invece sono del tutto indifferenti o addirittura lo considereranno
irrilevante. E credo che questo film se la vedrà con entrambi. I primi
saranno come quelli che vanno a vedere Shakespeare in prima fila e ripetono
ogni battuta a memoria e guai se cambi una sola virgola. Sarà difficile
soddisfare del tutto queli che conoscono a memoria la storia. Altri si
chiederanno perchè mai vogliamo raccontare una storia così risaputa. Però
io credo che rimarranno sorpresi di quanto attinente sia anche oggi col
nostro mondo, al di la dei fatti storici che tra l’altrio sono molto
incerti. È davvero esisisto un Mosè? Probabailmente no. C’è davvero stato
un esodo? Chi lo sa. Gli Egizi non ne riportano traccia eppure erano grandi
storici. Forse si tratta di un sincretismo con l’esodo dalla Babilonia…A un
certo punto ciò che trovo comunuque rilevante ed interssante è la
dimensione simbolica della sua storia. Anzi se fosse per me continuerei,
farei un altro film. Perché in *Exodus* abbiamo raccontato solo la prima
parte, l’ascesa inziale di Mosè. In seguito, invecchiando, comincia a
prendere delle decisioni che lasciano decisamente perplessi. Anche il
fatto di avere infine consolidato il monotesimo, ad esempio è un passo che
dal punto di vista femminile non è proprio positivo. Si passa da un
pantheon che comprendeva molte dee ad una divinità assoluta e
assolutamente maschile.

Secondo lei esprime anche aspetti di fanatismo?

È stato il primo ad adottare il monoteismo etico, l’idea di un unico Dio, e
un Dio che ti segue, che è con te e dentro di te sempre, piuttosto di una
divinità a cui bisogna far visita. Quella istigata da Mosè è stata poi –
tragicamente visto da un prospetiva contemporanea, – la prima guerra
santa. Potrei sbagliarmi ma a quanto mi risulta non era mai avvenuto prima
che un popolo facesse nel nome di una religione una guerra contro un altro
popolo con una religione diversa. Una cosa che invece oggi è diventata
all’ordine del giorno. E Mosè ne ha un pò gettato le basi col mito della
terra promessa e l’imposizione assoluta delle leggi religiose. E se uno
legge davvero quelle descrtte nella Torah c’è un livello soprendente di
dettaglio – fino ai corretti colori degli abiti. Sono precetti di uno che
sa in cuor suo di averli ricevuti direttamente dall’onnipotente e per il
quale il fine giustifica chiaramente i mezzi. E per questo non guarda tanto
per il sottile perchè di fronte alla volontà divina il destino dei singoli
finisce per contare poco. Lui è fautore di cose mirabili quanto di altre
terrificanti, Mosè incarna queste contraddizioni e la sua storia contiene
bellissima poesia mista a indicibile barbarie. Vogliamo parlare di
infanticidio? Al punto che alla fine cominci a comprendere la sete di
vendetta di Ramses dopo che il suo primogenito è moroto a causa di questo
uomo, di Mosè, colui che era suo fratello

Dove troveremmo una bibbia a casa sua?

Ce n’è una nello scaffale dove tengo i libri che uso per ricerca. Per il
resto ne ho letto dei brani da bambino, ma come il Corano non fa certo
parte della mia vita quotidiana. Ora che per questo ruolo ho letto
attentamente tutti e cinque i libri di Mosè posso dirle che quando racconto
alcuni dettagli ad amici religiosi non risecono a credere il livello di
violenza che contengono. Di sicuro non è una fiaba per bambini, è
inquietante, se fosse per me la bibbia conterrebbe un avvertimento:
“vietato ai minori” .

Quindi non lei non è religioso?

Ci sono persone che sanno esporre quel punto di vista molto meglio di me,
come Cristopher Hitchens un uomo affascinata e incredibilmente eloquente
capace di articolare meglio di chiunque l’argomento laico. Allo stesso
tempo io credo che la religiosità sia in certa misura parte di un istinto
naturale, una volontà di appartenere a qualcosa di più grande e di comune,
qualcosa che possa dare speranza in una vita in cui spesso fa difetto. In
questo film Ridley Scott racconta i miracoli di Mosè ma ciò che 3000 anni
fa poteva solo apparire miracoloso potrebbe avere un aspetto più prosaico
alla luce della scienza. Così si possono fornire spiegazioni alternative
per quegli eventi, la separazione del Mar Rosso, le piaghe…. Probabailmente
alcune cose potrebbeo ascriversi a fenomeni naturali. Allo stesso tempo
personalmente rispetto la religione e il bisogno che la gente ha di
credere. Non sono abbastaza arrogante da pensare che se fossi nato in altro
luogo e un altro tempo non sarei forse religioso anch’io. Sono cresciuto
vicino alla religione, e ad un certo punto ho perfino bussato alle porte
per conto dei tetsimoni di Geova. Ciò che trovo invece una vera enormità,
con tutto il rispetto, è quando la gente dice ‘Dio ha un progetto per
tutti noi’. E mi viene da chiedere, ‘ma sul serio?! E i bambini innocenti
che muoiono ogni giorno fra atroci sofferenze?’ Ecco con quel Dio
preferisco non avere nulla a che fare. E la stessa cosa per la religione
“territoriale”, quella che dice la mia è quella giusta e la tua non lo è e
per questo devo distruggerti. Come potrebbe una mente superiore, una
benevolenza divina concepire di cose simili? Non sarà semmai frutto di
impulsi fin troppo umani