«Ma che ci faccio io qui dentro? Questa è una prigione e io non ho fatto niente: non posso uscire, non posso neanche attraversare questo cancello perché subito mi fermano. Sai che ti dico? Anche se il posto è bello io domani scappo e torno dove stavo prima, sulla Tiburtina, lì almeno potevo muovermi».

Ha solo 18 anni, viene dal Mali e ha voglia di parlare. «Però niente nomi», dice in francese da dietro la piccola recinzione che circonda l’ex scuola Socrate di Casale San Nicola, il centro accoglienza contro il quale da tre mesi gli abitanti della zona si battono tanto da scontrarsi, 48 ore fa, all’arrivo dei primi 19 profughi, con le forze dell’ordine. Persone trascinate via a forza dagli agenti, cassonetti e balle di fieno bruciate e militanti di Casapound che fronteggiano gli agenti ed esibiscono saluti romani al passaggio del pullman con i migranti. Scene rimaste negli occhi dei 19 ragazzi originari di Bangladesh, Gambia, Nigeria, Mali e Senegal. Negli occhi e non solo. «Non ci aspettavamo una reazione così forte», dice il ragazzo mentre qualche suo compagno si avvicina alla recinzione.

La notte, per questi primi 19 profughi, è passata in maniera tranquilla anche se la tensione per quanto accaduto era alta, spiegano gli addetti della cooperativa «Isola verde» che ha in gestione il centro. A mezzogiorno sono tutti in giardino che chiacchierano tra loro. Fuori tre blindati controllano la situazione. Si comincia a organizzare la vita nel centro, la disposizione dei posti, i turni al computer. Nell’ex scuola sono state ricavate stanze da cinque e otto letti, preparate per accogliere in tutto un centinaio di migranti: 75 uomini e 25 donne, più qualche bambino, assistiti dal personale della cooperativa che comprende anche una psicologa, un medico, quattro mediatori culturali e un avvocato. «Col tempo verranno anche avviate le attività di integrazione, che prevedono l’insegnamento dell’italiano e corsi professionali», spiega un dipendente della cooperativa. Qui, nell’ex scuola, i migranti resteranno per un anno e per domani è previsto l’arrivo di un secondo gruppo, quello più numeroso.

Residenti permettendo, certo. Ieri il comitato che si oppone al centro si è riunito in assemblea. C’erano da decidere le nuove iniziative da intraprendere e qualcuno ha pensato di invitare il sindaco Ignazio Marino. «Venga qui personalmente per rendersi conto della criticità di questo contesto» spiega uno dei portavoce del movimento. «Abbiamo la necessità di riflettere, di capire con calma e secondo la legge cosa dobbiamo fare», proseguono al comitato. «Andremo avanti con le nostre azioni legali, perché ciò che sta succedendo sta calpestando i nostri diritti. Noi – ricordano – abbiamo fatto un esposto sull’illegittimità dell’utilizzo dell’ex scuola Socrate da parte della cooperativa e su come quest’ultima ha partecipato al bando di gara. Sta tutto nelle mani del magistrato e sarà lui adesso a seguire questa questione».

Certo qualche chiarimento non farebbe male. Ad esempio potrebbero chiarire il rapporto con Casapound, e magari prendere le distanze pubblicamente dai saluti romani che si sono visti l’altro giorno, e non limitarsi a dire che Casapound appoggia la loro lotta e che vorrebbero lo facessero anche altri partiti. Anche perché quei saluti fascisti, così come le manifestazioni inscenate contro gli immigrati, non sono piaciute a tutti i residenti della zona. Anzi: «Dovevamo portare delle torte, accoglierli bene. Sono profughi che fuggono da una guerra, nel loro Paese in molti casi erano ricchi. Non sono disperati che vanno rubando. Ma se anche ci fosse questo rischio, non è generando situazioni come ieri che si risolvono». A parlare è Aldo Zappala, produttore tv anche lui residente di Casale San Nicola.

Come lui almeno altre 20 famiglie non hanno gradito le scene di venerdì: «Siamo pratici – aggiunge – se i migranti arrivano e trovano gli imbecilli con il saluto romano, è proprio per quello che si possono creare situazioni critiche».

Chi di sicuro non arretra è la prefettura. Il prefetto Franco Gabrielli ha confermato il trasferimento di tutti i migranti e accusato i residenti di Casale San Nicola di farsi strumentalizzare «dagli estremisti». Intanto le indagini per individuare i protagonisti degli scontri con le forze dell’ordine proseguono e si sta valutando la possibilità di applicare nei loro confronti un Daspo, il divieto di partecipare a manifestazioni sportive. «La normativa introdotta ad agosto dal governo – ha spiegato il questore di Roma Nicolò Dangelo – prevede infatti che i provvedimento possa essere applicato anche a coloro che si macchino di reati contro l’ordine pubblico».

Aggiornamento del 14 luglio 2020

L’articolo è stato modificato su richiesta per rispetto del diritto all’oblio.