«Il governo ignori Maroni e dia disposizione ai prefetti perché tutte le regioni accolgano i migranti». Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e della Conferenza delle regioni, è netto nel contrastare la triade dei governatori di centrodestra (il ligure Giovanni Toti, il veneto Luca Zaia e, appunto, Roberto Maroni, presidente della Lombardia), che vogliono tagliare i trasferimenti regionali ai comuni che accoglieranno nuovi migranti.

Presidente Chiamparino, cosa ha pensato dopo le affermazioni choc del suo collega Maroni?

Mi ha sorpreso constatare che non si sia accorto che la campagna elettorale è ormai finita. Le sue sono dichiarazioni evidentemente strumentali e anche false, perché quando Maroni, Zaia e Toti dicono che hanno già un certo numero di migranti danno un’informazione scorretta. Mettono insieme profughi appena arrivati e immigrati che magari sono lì da vent’anni. Credo, quindi, che il governo faccia bene a ignorarli e a procedere sulla strada decisa: se c’è un tema sul quale il centralismo è giusto e doveroso, è quello della gestione dell’immigrazione.

In quali termini è illegittima la proposta del governatore della Lombardia?

Mi pare evidente che quando Maroni dice di voler tagliare i trasferimenti ai comuni che accolgono gli immigrati (cosa che non può tecnicamente fare e che potrebbe dare la stura a una serie di legittimi ricorsi), anche il governo sia legittimato a dire che potrebbe tagliare i trasferimenti alle regioni che non li vogliono accogliere. Ma questo è un tema troppo importante per giocare a rubamazzetto.

E il Piemonte come si comporterà rispetto all’accoglienza dei migranti?

Fa già la sua parte, come ha sempre fatto. Anzi, rivendico orgogliosamente di rappresentare una regione che si distingue per apertura e solidarietà, noi siamo per un Nord che rifiuta la chiusura e l’indifferenza. Un Nord che, a ben vedere, è poi anche quello della Lombardia e del Veneto, dove ci sono grandi tradizioni di accoglienza cui non fanno onore le posizioni dei miei colleghi.

Le regioni cosa dovrebbero fare?

La posizione della Conferenza delle regioni è chiara ed è stata siglata all’unanimità ad agosto 2014. Ci siamo impegnati a aiutare le regioni rivierasche nella gestione degli sbarchi, non è possibile che siano lasciate da sole ad affrontare un’emergenza umanitaria. Una compattezza che ci aiuta anche in sede europea, perché la battaglia del premier Renzi in Europa è difficile. Per questo è sbagliato dare un segnale di divisione sul fronte dell’accoglienza; fra l’altro, si tratta di numeri tutto sommato esigui e sostenibili.

Resta, comunque, una questione strutturale spesso ignorata o affrontata in termini di sola emergenza.

Certo e va affrontata dall’intera Unione europea. Si dovrebbero aprire centri di prima accoglienza nei paesi di partenza, poi creare dei corridoi umanitari che sottraggano le persone agli scafisti.

In risposta alle esternazioni di Maroni, sostenute dal compagno di partito Zaia e dal forzista Toti, ha parlato di compito pedagogico della politica, cosa intende?

Voglio dire che chi ha responsabilità politiche deve guardare oltre il proprio naso, non si può fare politica fomentando l’allarmismo, seguendo la pancia delle persone o decidendo in base ai sondaggi. E in questo caso specifico è compito della politica aiutare le propIn risposta alle esternazioni di Maroni, sostenute dal compagno di partito Zaia e dal forzista Toti, ha parlato di compito pedagogico della politica, cosa intende? rie comunità a capire che accogliendo i profughi svolgono una funzione di alta qualità morale. Colpisce, invece, che di fronte a migliaia di persone che scappano dalla fame, dalla paura e dalla guerra, ci sia chi specula sulla loro pelle.