Tutti concordano, all’opposizione, che si debba andare alle elezioni al più presto. Meglio in primavera (ma alcuni analisti ipotizzano uno slittamento in autunno). Il capitolo Cota viene dato per chiuso, nonostante la Lega si dica sicura di governare fino al 2015. Il Pd sembra ormai puntare tutto sull’ex sindaco di Torino e attuale presidente della fondazione bancaria Compagnia di San Paolo, Sergio Chiamparino. Matteo Renzi, ha dato il benestare a patto che si passi dalle primarie.
A sinistra del Pd la candidatura non è stata accolta con il massimo entusiasmo, ma ci sono diverse sfumature. «È una candidatura autorevole – sottolinea Monica Cerutti, capogruppo di Sel in consiglio regionale – ma si discuta prima di un programma e si facciano le primarie. Basta con una politica innamorata dei nomi. Il nostro ambito rimane il centrosinistra, ma partiamo dai contenuti». Cerutti è stata in consiglio comunale durante l’ultimo mandato di Chiamparino: «Abbiamo avuto un rapporto dialettico, non certo facile, al grattacielo di Intesa Sanpaolo, tanto per fare un esempio, non eravamo favorevoli». Se si andrà alle primarie Sel non esclude un proprio candidato o un nome vicino alla propria area. Ma la discussione è rimandata a dopo il congresso nazionale, che si terrà a fine gennaio e che avrà al centro la questione europea, ma sicuramente avrà un riflesso sulle decisioni più locali, vedi il rapporto con il Pd

Più radicale, ma allo stesso tempo articolata, la posizione all’interno di Rifondazione. Per Armando Petrini, segretario regionale, il punto è invertire le politiche della giunta Cota. «Dobbiamo essere in grado di costruire uno schieramento a sinistra capace di battere la destra, che i sondaggi danno ancora forte, partendo da contenuti radicalmente diversi. Coinvolgendo associazioni, movimenti, studenti. Dobbiamo confrontarci, sperimentare il percorso delle primarie, sapendo però che se non sarà fattibile faremo una nostra proposta». Ezio Locatelli, segretario torinese del Prc, è più netto. Dice no a Chiamparino e all’alleanza con il Pd: «Penso che la politica delle porte girevoli, dal mondo finanziario alle istituzioni, sia un malcostume che dà il senso di quella contiguità di interessi che noi contestiamo. Chiamparino si è molto speso sul tema privatizzazioni, grandi opere, Fiat (non con gli operai). Pensiamo che la nostra regione debba cambiare registro e ci sia bisogno di una Syriza piemontese».