Chi non ha mai dormito su uno scoglio, per rendicontare la situazione alla scogliera di Ponte San Ludovico, al confine tra Italia e Francia, potrebbe anche sostenere che la quinta notte è stata tranquilla. Nessuna tensione. Significa che la polizia almeno ieri non ha maltrattato le cento persone che ormai da quasi una settimana con la loro stessa presenza si ostinano a dare pugni in faccia a un’Europa, come direbbe il ministro Alfano, che non riesce a provare nemmeno un briciolo di dolore. I migranti ormai farebbero bene a lasciare la scogliera, il sole picchia, la notte spacca le ossa, e nessun italiano o francese merita di assistere a questa prova di forza e di coraggio. E dopo cinque giorni, anche se i migranti non lo possono sapere, lo spettacolo della scogliera piena di uomini e donne che soffrono non scandalizza più nessuno. Il sipario sta per calare, e nonostante il Papa non dovrebbe esserci perdono.

Ieri mattina si vociferava di un fatto, non confermato, che avrebbe riportato Ventimiglia alla ribalta: due profughi sarebbero stati trovati morti a Mentone (Francia) lungo i binari della ferrovia. Notizia poi smentita dalle due polizie che fraternizzano lungo la linea di confine (sarebbero morti ma due mesi fa). Gli agenti confabulano a Ponte San Luigi, il passaggio più alto per entrare in terra francese, dove per tutto il giorno c’è stato un penoso scambio di uomini e donne: almeno cento persone sono state braccate dalla gendarmerie e poi sono state caricate sul pullman della Croce Rossa che le ha riportate indietro a Ventimiglia. Ma sembra che il governo italiano abbia smesso di far finta di aprire un contenzioso con la Francia.

Ecco perché nella cittadina ligure ieri c’erano circa seicento migranti, più dell’altro giorno. Sono cresciuti anche quelli che cercano riparo sugli scogli, per la Croce Rossa sarebbero centocinquanta. Chi si avvicina lo fa per aiutare, porta cibo, bevande, ombrelli, tende, qualche automobilista regala un frutto. Italiani e francesi. I volontari stanno ragionando sul Ramadan che inizia oggi (ieri sera è arrivato l’imam di Nizza). Il timore è che il digiuno sotto il sole possa causare qualche malore. Tutto lascia pensare che la situazione non sia sul punto di sbloccarsi e per questo nella stazione oggi verranno utilizzati nuovi locali attrezzati con brande per l’accoglienza.

La situazione di stallo, forse tranquilla e per questo ancora più incredibile, non turba la politica italiana. L’eco di Ventimiglia è arrivata a Palazzo con una interrogazione di Sel che ha chiesto conto al ministro degli Interni dello sgombero violento di martedì. “Vogliamo sapere – chiedono cinque deputati – perché il Viminale abbia deciso di mettere in atto un’operazione chiaramente inutile, se non dannosa, sotto il profilo dell’ordine pubblico, e comunque lesiva della dignità di persone che manifestano semplicemente il diritto di ogni essere umano a stabilire la propria residenza laddove siano garantite condizioni minime di esistenza”. A domanda, per quanto utile possa essere il parere di Alfano, ovviamente non c’è risposta.

Piuttosto significativa, invece, la scenetta penosa che ieri ha visto protagonista Matteo Renzi nei panni del padrone di casa che omaggia l’ennesimo ospite di riguardo all’Expo di Milano, questa volta il premier inglese David Cameron. I due, bontà loro, dopo il risotto e l’arrosto di vitello, hanno anche trovato il tempo per fare due chiacchiere sull’immigrazione. Cameron, oltre ad aver ribadito che scogli o non scogli l’Inghilterra non è disposta ad accogliere i profughi che sbarcano in Italia, ha liquidato il presidente del Consiglio avanzando proposte di un’inconcludenza disarmante. Dice Cameron che i due paesi lavoreranno insieme e che “c’è bisogno di un approccio globale” e che sarebbe auspicabile “un nuovo governo in Libia che dia la caccia alle bande criminali”. Poi la promessa: il Regno Unito sarebbe pronto a lavorare con i nostri servizi di intelligence in Sicilia, “dove noi metteremo gente e risorse per provare a interrompere i collegamenti tra chi cerca di partire e gli scafisti”. Renzi è rimasto soddisfatto, perché “c’è la condivisione che questo problema non è un problema solo italiano”. Lo spaccone, solo nel salotto di Bruno Vespa.