Una nuova polemica nazionale accoglie il numero speciale di Charlie Hebdo, oggi in edicola con una tiratura di un milione di copie per ricordare il massacro nella redazione il 7 gennaio 2015, a posteriori il primo atto di una terribile serie che ha insanguinato la Francia. I responsabili di tutte le religioni, a cui si sono uniti vari politici soprattutto a destra, si sono coalizzati per criticare la copertina, che presenta un dio barbuto, macchiato di sangue: «Un anno dopo, l’assassino è ancora in fuga».

Un anno dopo, François Hollande, accompagnato dalla sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, e da qualche ministro, ha risolto in pochi minuti la commemorazione, la posa di una targa sull’edificio che ospitava la redazione del settimanale satirico (che ha cambiato sede). Anche un errore – poi corretto – sul nome di Wolinski, uno dei grandi disegnatori assassinati (a cui era stata aggiunta una “y”). Altre due targhe commemorative dei giorni dei primi assalti sono state scoperte a Parigi, una all’HyperCacher della Porte de Vincennes e una terza in Bld. Richard Lenoir, dove un poliziotto era stato assassinato. Domenica ci sarà una manifestazione di raccoglimento in place de la République.

Ma gli attentati del 2015 hanno cambiato la Francia. A cominciare da Charlie Hebdo, con una redazione decimata, che ha passato mesi a dividersi e adesso tenta di ripartire con una versione ripensata entro gennaio. La Francia ferita sta reagendo politicamente sull’onda dell’emozione. A febbraio la discussione in parlamento sulla proposta di riforma costituzionale mostrerà le divisioni, soprattutto a sinistra, sull’introduzione dello stato d’emergenza nella Carta e la possibilità di privare della nazionalità francese i binazionali condannati definitivamente per terrorismo. E il primo ministro Valls presenta oggi una riforma del Codice penale per dare maggiori poteri alla polizia (allungamento dello stato di fermo senza presenza dell’avvocato, estensione della possibilità dell’uso di armi, anche non per legittima difesa, domiciliari sulla base di semplici sospetti).