Importanti voci arabe ed islamiche si sono levate in Medio Oriente per condannare l’attacco a Charlie Hebdo, a cominciare dalla Lega araba e dal centro teologico al Azhar del Cairo, la massima autorità religiosa sunnita. Allo stesso tempo nella regione non sono mancate reazioni di segno opposto.

Al Azhar ha condannato «l’attacco criminale». L’Islam – ha scritto in un comunicato – «denuncia ogni tipo di violenza”. Un suo funzionario, Abbas Shoman, ha aggiunto che l’istituzione «non approva l’uso della violenza anche se era in risposta ad un reato commesso contro sentimenti musulmani sacri».

Sulla stessa lunghezza d’onda la dichiarazione diffusa da Nabil al Arabi, il Segretario generale della Lega araba, che ha «condannato fermamente l’attacco terroristico al giornale Charlie Hebdo a Parigi».

 

Sono prese di posizione importanti perché Charlie Hebdo aveva scatenato forte rabbia tra i musulmani per la pubblicazione vignette sul profeta Maometto ritenute offensive.

Anche la Turchia ha aggiunto la sua voce alla condanna di ogni forma di terrore, rimarcando allo stesso tempo che l’Europa deve combattere contro la crescente islamofobia. «Siamo contro ogni forma di terrorismo, indipendentemente da dove viene e quali siano le sue motivazioni», ha detto Mevlut Cavusoglu ministro per gli affari europei del governo Erdoğan. Per Cavusoglu il terrorismo e l’islamofobia in Europa sono strettamente connessi.

 

Proprio dalla Turchia sono però giunte “giustificazioni” all’attacco compiuto contro il giornale satirico francese. Il giornale Yeni Akit, vicino ai movimenti islamisti, ha titolato “Attacco sulla rivista che ha provocato i musulmani”, salutando il bagno di sangue come una vendetta per la decisione della rivista di pubblicare vignette che avevano preso di mira Maometto.

Turkiye, altra testata islamista, ha prima scritto “Attacco alla rivista che ha insultato il nostro Profeta” e, successivamente, dopo le reazioni negative di diversi lettori, ha cambiato il titolo in “Attacco alla rivista che ha pubblicato brutte vignette del nostro Profeta”.

 

Per Israele l’attentato subito da Charlie Hebdo confermerebbe la necessità per i Paesi occidentali di fare fronte comune contro il terrorismo evitando di fare distinzioni tra i vari movimenti islamici. «Israele si identifica col dolore del popolo francese e del suo governo», affermato il ministro israeliano degli esteri Avigdor Lieberman. «L’ Occidente – ha aggiunto – deve restare unito e determinato di fronte a questo pericolo».