È stato condannato a morte Dylann Rook, il suprematista bianco che, la sera del 17 giugno 2015, era entrato in una chiesta metodista a Charleston in South Carolina e, dopo essersi unito alla lettura della bibbia che vi si svolgeva, aveva ucciso nove afro americani, sei donne e tre uomini, a colpi d’arma da fuoco, con l’intento dichiarato non solo di uccidere ma di scatenare una guerra razziale.

Il mass shooting aveva inorridito l’America e portato, dopo 50 anni, all’eliminazione della bandiera confederata in quello Stato; Obama era andato a Charleston per i funerali dove aveva tenuto uno dei suoi discorsi più accorati cantando Amazing Grace, inno cristiano degli schiavi neri.

Durante tutto il processo l’imputato non ha mai mostrato alcun segno di pentimento ed ha sempre respinto ogni ipotesi su possibili turbe psicologiche, non ha mai chiesto clemenza, e fino all’ultimo momento ha ribadito di aver sentito il dovere di fare ciò che ha fatto.

Il verdetto è stato preso all’unanimità ed è il primo verdetto alla pena capitale emesso in America per un crimine d’odio, emesso nonostante il parere contrario dei familiari delle vittime che avevano chiesto di non ricorrere alla pena di morte ma di condannare Roof all’ergastolo.