«Se Renzi pensa che si può continuare a svalutare il lavoro agricolo, con la gran parte degli addetti che resta in nero e la crescente precarizzazione, sappia che la prossima volta la protesta la porteremo all’Expo: altro che festa linda, con l’Italia in vetrina. Tutti i consumatori del mondo dovranno sapere che dietro quel cibo ci sono condizioni di lavoro pessime». Stefano Mantegazza, segretario della Uila, presenta così la manifestazione di questo sabato a Roma, che la Uil farà insieme alla Flai Cgil:il tutto, ovviamente, in vista dello sciopero generale del 12 dicembre. 

La segretaria della Flai, Stefania Crogi, rincara, con toni che sembrano rievocare quell’accusa di «sostegno ai disonesti» mossa al premier da Maurizio Landini, poi rettificata: «Una delle maggiori piaghe del nostro settore è il caporalato, legato alla criminalità organizzata, al lavoro irregolare, a tanti abusi – dice Crogi – E se il governo non fa le leggi e i controlli che chiediamo, per noi è da considerare connivente con i caporali». Insomma, qui non si scherza.

La presentazione della manifestazione di sabato – attesi a Roma 10 mila tra agricoli e operai delle industrie alimentari – cade nella giornata nazionale contro il femminicidio, e Crogi la dedica «alle braccianti rumene di Ragusa obbligate dai padroni a partecipare ai “festini agricoli” dopo ore di fatica sui campi».

Ma la piattaforma di Uila e Flai – la Fai si è sfilata all’ultimo momento per confluire nelle mobilitazioni in solitaria della Cisl – è densissima di richieste.

«No alla modifica del Jobs Act, perché non si crea lavoro tagliando i diritti – dicono Crogi e Mantegazza – E non si devono dimenticare altre due minacce: il demansionamento e i voucher». Questi ultimi potrebbero rappresentare un futuro di estrema precarietà per il settore agroalimentare e non solo: il Jobs Act, infatti, denuncia il sindacato, «ne estende l’uso dall’agricoltura a tutti i comparti, dal commercio all’industria. E non li limita più a studenti e pensionati, come è attualmente grazie alle nostre battaglie: avevamo fatto modificare da Fornero quanto era stato deciso in passato da Sacconi».

I lavoratori con il voucher diventeranno stagionali a chiamata, senza più contratto: perdendo la certezza della retribuzione oraria, la malattia, la maternità, le ferie, il diritto alla disoccupazione. «Un vero disastro, altro che “la vera sinistra”, come dice Renzi: è peggio della legge 30, siamo al liberismo puro con un po’ di vernice buonista».
Ancora, Uila e Flai chiedono la cig estesa a tutti i settori, dicono no al taglio dei patronati, chiedono che siano ridotte le forme contrattuali e che sia implementato il secondo livello. Rinnovando anche il contratto dei forestali: operai che tra l’altro in molte regioni non vedono lo stipendio addirittura da 18 mesi.