Bloccare i licenziamenti fino a fine emergenza e riprendere quel metodo di confronto continuo che aiutò ad uscire della prima ondata. Alla vigili dell’incontro di domani pomeriggio con Giuseppe Conte gli umori di Cgil, Cisl e Uil sono improntati alla prudenza.
Dopo la fumata nera nella trattativa con il ministro Gualtieri venerdì, dal presidente del consiglio i vertici dei confederali si attendono un confronto vero, che torni ad essere stabile anche per disegnare il paese post pandemia.
I numeri dell’emergenza hanno portato il barometro del braccio di ferro verso le posizioni di Cgil, Cisl e Uil. Con l’esplodere dei casi solo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi può continuare a chiedere lo sblocco dei licenziamenti e anche la scadenza di fine gennaio – offerta da Gualtieri, mentre la ministra Catalfo è sembrata più propensa ad accontentare i sindacati – appare insostenibile: ad oggi è impossibile prevedere che quel giorno l’emergenza sia finita.
Se non saranno soddisfatti, Cgil Cisl e Uil hanno pronta la mobilitazione, già anticipata nella lettera inviata a Conte domenica: perché bisogna evitare «di trasformare la crisi sanitaria ed economica in una vera emergenza sociale e umanitaria».
«Dopo una prima fase di forte relazione con il governo sui protocolli di sicurezza non c’è stato altro – attacca la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti – . Il paese è arrabbiato e per questo è così importante dare un segnale su salute e lavoro. E nell’immediato serve allungare la Cig per tutti, anche per i lavoratori fragili, i ristori nonché la proroga del blocco dei licenziamenti», ribadisce. «Poi valuteremo l’impegno del governo e anche le mobilitazioni necessarie», conclude.
Per il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra «al dpcm, necessario per il preoccupante andamento della curva epidemica, bisogna affiancare potenti strumenti di protezione sociale rivolti a lavoratori, commercianti, aziende e famiglie. Ma al contempo – continua Sbarra – bisogna sbloccare gli investimenti produttivi, aprire i cantieri in piena sicurezza, costruire per il domani, nei limiti concessi dalla diffusione e la distribuzione geografica del virus, modulando le variazioni delle misure di contenimento su base territoriale, come pure è stato previsto».
«Non si può dire che il sindacato sia utile solo per fare i protocolli di sicurezza e poi quando si parla di assetti industriali e strategie future lo si tiene fuori dai tavoli – attacca la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese – . Vogliamo una trattativa aperta che riconosca il ruolo del sindacato, ma anche delle altre parti sociali, alla costruzione delle direttive necessarie al recupero dell’economia, dal mezzogiorno all’occupazione femminile», spiega.
Ieri Conte ha poi ricevuto un’altra lettera. È quella dei vertici di Fim, Fiom e Uilm che chiedono al presidente del Consiuglio un incontro urgente su Whirlpool Napoli. «La prossimità della data della chiusura dello stabilimento di Napoli annunciata da Whirlpool, il 31 di ottobre, obbliga tutti noi ad azioni straordinarie, efficaci e urgenti a partire da un’interlocuzione diretta con la proprietà americana. Pur consapevoli della complessità del momento confidiamo in una sua sollecita risposta», conclude la lettera firmata dai segretari nazionali di Fim Fiom e Uilm, Massimiliano Nobis , Barbara Tibaldi e Gianluca Ficco.