Se cadesse il governo gli italiani pagherebbero 7 miliardi di tasse in più. È l’opinione della Cgia di Mestre, che ricorda tutte le riforme fiscali ancora in sospeso, dall’Imu all’Iva. «Nella malaugurata ipotesi che il premier Letta fosse costretto a rassegnare le dimissioni – dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – gli italiani subirebbero una vera e propria stangata concentrata soprattutto nell’ultimo quadrimestre di quest’anno. Tra il pagamento dell’Imu sulla prima casa, l’aumento dell’Iva e l’applicazione della Tares si troverebbero a pagare oltre 7 miliardi di euro in più. In una fase economica così difficile e con il tasso di disoccupazione destinato a crescere ulteriormente, molte famiglie non sarebbero in grado di reggere questo choc fiscale».

Nel dettaglio: ai 4 miliardi di Imu relativi all’abitazione principale, si aggiungono 770,6 milioni di euro per terreni e fabbricati agricoli. Quanto all’Iva: dall’1 ottobre dovrebbe salire dal 21 al 22%, pari a 1 miliardo di euro per i contribuenti. Tares: è previsto che la nuova imposta sull’asporto rifiuti dia un maggior gettito, rispetto al 2012, di 1,94 miliardi di euro. Un miliardo è dovuto dalla maggiorazione prevista dalla nuova tassa per la copertura dei servizi indivisibili dei Comuni. I restanti 943 milioni di euro vengono da un conteggio sulla differenza tra la Tia e la Tarsu.