Dopo scioperi e pareri di illegittimità, si apre il contenzioso giudiziario per il taglio di 150 milioni di euro deciso dal governo nei confronti della Rai. Federconsumatori, Adusbef, Slc Cgil e Uilcom Uil hanno presentato ricorso al Tar del Lazio contro il prelievo dalle risorse del canone varato in primavera con il decreto Irpef, insieme al via libera alla quotazione di Rai Way. Anche contro quest’ultima operazione, considerata illegittima, le associazioni annunciano iniziative legali, comprese eventuali denunce penali.

A spiegare le ragioni del ricorso, nella sede della Cgil a Roma, sono stati i giuristi Antonio Saitta e Angelo Danilo De Santis. «Quella del canone – siega Saitta – è un’imposta di scopo, dedicata al finanziamento del servizio pubblico. Se si dirotta verso la fiscalità generale si violano l’indipendenza della Rai e i principi costituzionali in materia tributaria».

«Il ministero dello Sviluppo economico – prosegue De Santis – avrà adempiuto ai propri obblighi solo quando avrà versato tutte le somme dovute all’azienda». E il conto è salatissimo: nel 2011 la Rai ha inoltrato infatti al Mise una diffida di pagamento per ben 1,348 miliardi.

Insieme al ricorso, è stata presentata una richiesta di sospensiva che potrebbe essere discussa entro l’anno. Le associazioni spiegano anche che sono allo studio iniziative legali contro la quotazione parziale di Rai Way, che si concluderà il 13 novembre e ha già avuto una buona risposta dagli investitori istituzionali. «La Rai prevede di incassare 290 milioni, ma si tratta di somme gonfiate da banche in conflitto di interesse – sostiene Elio Lannutti di Adusbef – Sono certe solo le loro commissioni: ammontano a 8 milioni di euro». Lannutti, insieme a Rosario Trefiletti di Federconsumatori, ha aggiunto che «se dovessero essere lesi i diritti dei piccoli risparmiatori» verrà presentata una denuncia penale.

Quanto all’illegittimità dell’operazione, Saitta ha spiegato che «si tratta di una materia di spettanza del Parlamento, invece si interviene con un decreto che contiene una delega in bianco per il governo. È una forma di autodelega referenziale».

Massimo Cestaro (Slc Cgil) chiama in causa il cda Rai, che ha da tempo allo studio un ricorso contro i tagli, ma non ha ancora agito (l’azione legale potrebbe essere messa al voto nella riunione della prossima settimana). «Il consiglio ha il compito di difendere l’azienda anche a rischio di frizioni con il governo –spiega – Per far cassa si vendono i gioielli di famiglia e si accumulano debiti».

Di cda diventato «oggetto misterioso» parla Vincenzo Vita, portando l’adesione di Articolo 21. Slc Cgil, Snater e Libersind ConfSal hanno anche avviato le procedure per un nuovo sciopero. Lo Snater, dopo lo stop dei cameraman di martedì scorso che ha mandato in tilt la programmazione, terrà oggi un’assemblea per decidere un’altra astensione.