Biella come Ferrara, anzi no. Se, negli scorsi mesi, le nuove Giunte leghiste si erano caratterizzate per essersi aumentate in contemporanea gli stipendi, sulla cittadinanza onoraria a Liliana Segre invece le decisioni sono opposte. Il primo cittadino di Ferrara, Alan Fabbri, conferirà la cittadinanza ad honorem alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e oggetto, in questi mesi, di feroci attacchi virtuali e reali. Così non la pensa invece il Sindaco di Biella che, dopo aver aperto la campagna elettorale con Salvini inginocchiandosi e baciandogli la mano (si giustificherà dicendo che era un goliardata per motivi sportivi), ha deciso che la sua maggioranza non voterà la mozione per l’onorificenza a Segre, proposta dallo schieramento civico che sosteneva il suo rivale, sconfitto per 300 voti, Dino Gentile.

A sbarrare la strada alla mozione sono stati all’unisono i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia bollando l’iniziativa dell’opposizione come mera operazione di “propaganda politica”. Il capogruppo leghista, Alessio Ercoli, è arrivato a definire la proposta come “avvilente nei confronti della Segre” facendo, proprio lui, un parallelismo con la città romagnola: “Ferrara ha un sindaco leghista e ha conferito la cittadinanza, ma è stata tra le prime città a prendere l’iniziativa, Biella lo farebbe solo sull’inutile onda del consenso”. Evidentemente i “sovranisti” biellesi preferiscono contribuire a cancellare quella storia, rinnegando anche la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il contributo offerto dalla popolazione alla lotta di Liberazione conferita, 30 anni fa, alla Città di Biella dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Ma adesso i leghisti biellesi avevano deciso di “rimediare” con una clamorosa figuraccia: conferendo l’onorificenza non alla senatrice Segre ma al cossatese Ezio Greggio per “aver diffuso nel mondo il nome di Biella”. Appena diffusa la notizia, però, il noto conduttore televisivo ha dapprima ringraziato la Città per questa offerta ma ha subito aggiunto: “Il mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria, mi spingono a fare un passo indietro e non poter accettare questa onorificenza”. “Non è una scelta contro nessuno – aggiunge Greggio -, ma una scelta a favore di qualcuno, anche per coerenza e rispetto a quelli che sono i miei valori, la storia della mia famiglia e a mio padre che ha trascorso diversi anni nei campi di concentramento”. Una lezione quella del presentatore Mediaset che difficilmente però farà rivedere la scelta su Liliana Segre.