Mancio cerca il bomber. La Nazionale italiana comincia a fare sul serio con la Finlandia, primo impegno di qualificazione per Euro 2020 (e tra tre giorni c’è il Liechtenstein, al Tardini di Parma, nel girone ci sono anche Bosnia Erzegovina, Grecia, Armenia), la prima rassegna continentale itinerante, in 12 città, con tre partite previste allo Stadio Olimpico di Roma. Dunque, ecco il primo passo verso l’annunciata riscossa, il calcio italiano – rappresentato nelle coppe dalla Juventus in Champions League e dal Napoli, in Europa League – che prova a riaccomodarsi tra le grandi d’Europa, un anno e mezzo dopo la doppia, sventurata, sfida con la Svezia che ha negato i Mondiali russi. E anche dopo l’intermezzo poco utile della Nations League, una specie di pre sequel che però ha consentito a Roberto Mancini di scremare il gruppo e trovare (forse) i nuovi capisaldi della riscossa in campo internazionale.

SI PASSA inevitabilmente per la punta, per il totem offensivo, che manca davvero da troppo tempo tra gli azzurri, che negli ultimi 20 anni hanno conosciuto il meglio del pallone europeo, da Vieri a Inzaghi, Toni e Gilardino nei Mondiali tedeschi vinti 13 anni fa, sino alla discesa, unica eccezione Balotelli agli Europei 2012 che bucava in due circostanze la porta della Germania. E finora non hanno convinto in sequenza Immobile, Belotti, poi c’è Balotelli avvolto dalle sue lune francesi. C’è stato anche l’esperimento poco riuscito di Insigne falso nove. E ora il ct, dopo aver rimandato in conferenza stampa sia Belotti che Balotelli, ritenuti non pronti – anche se entrambi, specie la punta del Torino, sono tornati al gol e a una buona condizione fisica – si affida all’usato sicuro, anche se in Nazionale poco ha funzionato in passato, ovvero Quagliarella, in stato di grazia senza sosta dal via alla stagione, con 21 centri in campionato.

E POI c’è Kean, il centravanti che arriva dalla generazione Z, che la Juventus sta cercando di blindare per il futuro, una trattativa complessa, dall’altro lato del tavolo si accomoda Mino Raiola. Mancini per il resto, pare aver già trovato la quadra, un assetto di qualità, con Donnarumma nuovo guardiano del faro, con Perin, Audero ma soprattutto Meret (in prestito all’Under 21) riserve pregiate, con la coppia centrale formata da Bonucci e Chiellini fino agli Europei, con Romagnoli pronto a ereditarne l’eredità. Poi il terzetto di centrocampo, il motore della squadra, il reparto con maggiore qualità e quantità di scelte, con Verratti, Jorginho e Barella, ma con il baby Zaniolo, dopo mesi da predestinato nella Roma decadente di questa stagione, come primo cambio, assieme a Sensi, Locatelli. E con esterni offensivi di qualità, il cambio di passo, la classe, l’estro, Insigne, Bernardeschi, Chiesa, gol, assist e giocate, il brand in scarpini del Mancio.