Ventuno anni, talento cristallino, sicuramente uno dei pochi che non somiglia a nessuno il toscano Lucio Corsi. Non è strambo, le favole non sono strambe; sono favole. Bisogna saperle raccontare e dare sfogo a tutta la propria fantasia. Otto brani, otto animali. L’artista toscano riesce a raccontare la tradizione e l’attualità, la fantasia e il gioco, il contadino e la civetta, attraverso quella linea sottile che unisce il mondo dei bambini con quello degli adulti. Non c’entra quasi nulla con la musica che gira intorno in questo periodo, ed è questa la cosa più importante di questo artista, non occupare uno spazio, non definire un tempo.

Le sonorità dei brani sono talmente delicati da sembrare a primo ascolto quasi ingenui. Ma l’ingenuità in questa epoca musicale è una bella parola, perché ricorda la purezza dei bambini ed è evidente che in Lucio Corsi questa purezza si è trasformata in talento. Bestiario Musicale è da considerarsi come qualcuno che vi bussa alla porta e viene a raccontarvi storie fantastiche, di galli con le creste punk che vivono nella foresta che vengono arrestati dalla guardia di finanza che invece ignora totalmente la gazza ladra.