Venerdì scorso il presidente del Pd Matteo Orfini sulle pagine del manifesto ha chiesto al candidato della sinistra romana Stefano Fassina di partecipare alle primaire del Pd. La proposta ha scatenato opposte reazioni, anche all’interno della stessa Sel. La cui voce ’ufficiale’ nella capitale è quella dell’ecologista Paolo Cento, coordinatore del partito di Roma. La sua risposta è chiara: «A Roma il centrosinistra è finito a luglio del 2015 quando Sel è stato estromesso dalla giunta comunale».

Il discorso sulle primarie e sul centrosinistra romano per lei è chiuso?

Sì. Le primarie nella legge elettorale dei comuni sono il primo turno. Faccio una proposta: potremmo votare il loro candidato nel caso non passassimo al ballottaggio. Loro, in caso contrario, si impegnano a votare Fassina?

Ma non volevate votare M5S?

Gli abbiamo proposto pubblicamente un patto di reciprocità, nessuna risposta. Comunque conteranno i contenuti. Il nostro programma ha punti in comune con quello del Pd? Basta pensare al comitato sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024.

Sulle Olimpiadi avete votato sì.

Aveva votato sì alla candidatura, dentro il vincolo di maggioranza. Poteva essere un’occasione. Ma il comitato presieduto da Montezemolo va in un’altra direzione, opposta. Sembra la ricomposizione dei poteri forti. Ha ragione Fassina: facciamo un referendum, vediamo se sono utili.

Per Orfini senza il Pd voi siete destinati alla testimonianza.

La testimonianza non ci interessa, lavoriamo per vincere. La candidatura di Fassina è rivolta a tutta la città. Nei prossimi giorni dovrà accelerare: giovedì 7 incontrerà gli amministratori locali e i presidenti di municipio di Sel, un appuntamento organizzato dalla segreteria romana. Sarà un’occasione per discutere su come valorizzare l’esperienza dei municipi. Il Pd crede di essere ancora il baricentro della città. Hanno fallito, il partito e il suo sindaco. Facciano un passo indietro. Noi saremmo pronti a ragionare, a partire dalla candidatura Fassina.

All’inizio Sel sembrava interessata al ritorno di Marino.

Marino è stato quello della chiusura di Malagrotta, del tentativo di pedonalizzare i Fori, ma anche quello della privatizzazione del patrimonio immobiliare, di Ama. E infine quello che è stato cacciato dal Campidoglio, dal Pd, senza un dibattito in aula. Noi con queste tre facce del sindaco dobbiamo fare i conti. Quella subalterna al Pd non ci piace. Se darà battaglia al Pd renziano è un nostro interlocutore.

Ma Marino è un iscritto al Pd.

Farà le sue scelte. Il Pd non scarichi le sue tensioni su Sel.

Fassina incontrerà i presidenti di municipio. Si prepara un altro incontro simile a fine mese, ma con un senso opposto: non rompere l’alleanza.

Sel promuove tutti i confronti di chi è interessato ai problemi concreti della città e vi partecipa a partire della sua proposta. Se ci saranno incontri, Fassina farà bene a parteciparvi. Mi auguro che sia invitato. Io stesso presto chiederò un incontro al Pd. Avere proposte alternative non significa chiudere il dialogo.

Il Pd dice: noi scegliamo i candidati con le primarie, voi avete scelto Fassina nelle stanze chiuse. È così?

Le primarie sono state lo strumento formidabile di una stagione diversa. Parlarne oggi, quando Renzi ha già dettato le date, fa pensare che per qualcuno la sinistra sia l’utile idiota. Stagione finita, serve rispetto. Fassina ha il merito di proporsi per una città che ha bisogno di un salto, in parallelo con un progetto nazionale. Sel da subito gli ha dato la sua disponibilità. Se ci sono proposte per allargare la partecipazione, per rafforzare Fassina, bene. Purché non siano il cavallo di Troia di un centrosinistra ormai impraticabile. Sulla privatizzazione degli asili nido proposta dal commissario Tronca il Pd che pensa? Noi siamo contrari. E sullo smog il Pd è d’accordo che venga interdetto l’uso dell’auto privata nella Ztl nelle fasce orarie centrali?

Volete ’rompere’ ovunque, anche alla regione Lazio?

Io parlavo di Roma, e stavo spiegando che sono scelte sui programmi. Nessun automatismo. In Regione c’è un’esperienza di governo molto positiva. Tirarla in ballo cos’è, una minaccia del Pd? Lo dica chiaramente. E non puntino sulle differenze interne a Sel.

Differenze che però ci sono. Per essere espliciti: Fassina ha l’appoggio di tutta Sel?

Se giudico dai 35 incontri che ha fatto fin qui, o dal dibattito negli organismi di Sel non ho dubbi. C’è un dibattito legittimo su come si rafforza la sua candidatura. Se la domanda è ’siamo uniti contro l’idea di una sinistra estremista’ la risposta è sì, non vogliamo candidarci all’opposizione.

Ma la domanda è un’altra: mette in conto abbandoni?

Mi auguro di no. E credo di no. Il dibattito è su come costruire un nuovo soggetto che mantenga una cultura di governo, che non sia minoritario, insomma non la vecchia sinistra tradizionale. Lo dico a maggior ragione da ecologista.Un dibattito utile a tutti: a Fassina e al nuovo soggetto. Non siamo in una chiesa, né in una setta.

Dunque non c’è il pericolo di una nuova scissione?

Sarebbe incomprensibile, e ancora più incomprensibile a Roma. Abbiamo mille sedi di dibattito. Qualcuno pensa che dobbiamo fare un’alleanza con il Pd, ripeto il Pd di Roma? Sarebbe legittimo. Mi pare una discussione superata, ma comunque facciamola a viso aperto: lo si espliciti, ci si confronterà. Anche se a Roma la scelta mi pare netta, ed è stata fatta. E non vedo le condizioni per cambiarla.