Settanta nazioni, ventotto giorni, un milione e trecentomila dollari e cento biografie di donne raccontate da una giornalista (Elena Favilli) e un’autrice e regista teatrale (Francesca Cavallo). È questo il pedigree del libro Storie della buonanotte per bambine ribelli, finanziato attraverso un crowdfunding internazionale con Kickstarter, che Mondadori ha portato in Italia (pp.211, euro 19). L’arco temporale che abbracciano le narrazioni è estesissimo e si va da Ipazia, la filosofa e matematica le cui opere si persero con l’incendio della biblioteca di Alessandria d’Egitto, a new entry come Michelle Obama o le tenniste Serena e Venus Williams, classe 1981 e 1980, che fin da piccole venivano allenate dal padre e abituate a vincere. Ci sono creative come l’irachena Zaha Hadid, scomparsa l’anno scorso, archistar e, molto prima, bambina super determinata in grado di vedere oltre i muri, facendo virare il mondo in curve impossibili.

Il risultato di questo particolare volume (ogni biografia è illustrata da una disegnatrice diversa) è piuttosto eccentrico. Perché nel cocktail di donne che hanno lasciato un segno si passa da una genetista come Nettie Stevens che studiò il «genere» a partire dai cromosomi, sfrugugliando i vermi della farina, a una politica come Margaret Thatcher. Le cui controverse e odiose scelte sociali finiscono per convivere con le stelle di Margherita Hack, la voce sublime di Maria Callas, le gesta della leader degli schiavi in Giamaica Nanny dei Maroons, le parole delle attiviste dominicane Las Mariposas (sorelle Mirabal), l’arte grandiosa di Artemisia Gentileschi (purtroppo nel suo campo «accompagnata» solo da Tamara De Lempicka), i pedali che macinavano chilometri della ciclista Alfonsina Strada, esclusa dal giro d’Italia perché non era un maschio. O, ancora, con le idee rivoluzionarie di Maria Montessori, pedagogista che oggi andrebbe riascoltata, data l’ansia da prestazione di molti genitori («mai aiutare un bambino mentre sta volgendo un compito nel quale sente di poter avere successo»).

Pioniere nei settori più disparati (dalla medicina alle percussioni fino al surf) o figure femminili più vicine a noi sembrano procedere una dopo l’altra, prive di un vero filo conduttore. Nelle intenzioni delle autrici è senz’altro la determinazione a costituire il comune denominatore, a legare esistenze così diverse, come quella della scrittrice afroamericana Maya Angelou (nel libro invece non c’è Toni Morrison), bambina che smise di parlare registrando dentro di sé tutto ciò che sentiva o leggeva fino allo «scatto»: il fluire della sua scrittura nella forma del romanzo.
Non faremo il gioco delle presenze e assenze, ma segnaleremo alcune storie che qui riaffiorano e vengono riconsegnate a lettrici e lettori in erba. Come quella della poeta e pasticciera Cora Coralina, brasiliana, morta quasi centenaria (era nata nel 1889) fra profumi di crostate e versi, o della tatuatrice Maud Stevens Wagner, opera d’arte vivente lei stessa, trapezista e contorsionista, immortalata da Otto Dix.
Al termine del libro, c’è una pagina bianca: lo spazio per un racconto della 101/ma donna ribelle: il ritratto di chi legge.