Domani la scuola torna in piazza in cento città contro il governo Renzi e il Pd. Manifesterà anche a Agrigento, Bologna, Genova, Livorno, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Udine. Dopo l’efficace campagna «Io non voto il Pd» che è diventato un tormentone e ha contribuito a far perdere più di due milioni di voti al «partito della Nazione» alle elezioni regionali, ecco un nuovo round per l’opposizione dei docenti, delle famiglie e degli studenti contro la «riforma» del «preside-manager».

Per le Rsu e le scuole romane e del Lazio appuntamento alle 17 al Colosseo. Previsto un corteo che arriverà a piazza Farnese, passando da Via dei Cerchi (Metro Circo Massimo), Piazza della Bocca della Verità, Piazza Venezia e Largo di Torre Argentina. In piazza ci saranno Flc-Cgil. Cisl e Uil scuola, Gilda e Snals, i Cobas. Tra gli altri ha aderito anche il Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia e Libertà. Ci sarà anche «L’Altra Europa con Tsipras» di Roma. Lo slogan che circola in rete è quello della «Vera scuola» da contrapporre a quella governativa in discussione nella commissione Istruzione al Senato. «Sul Ddl Scuola la partità è ancora aperta – sostengono i promotori – e il passaggio della legge al Senato deve vederci ancora più impegnati per respingere gli obiettivi di smantellamento della scuola da parte del governo e della sua maggioranza».

Il blocco degli scrutini sarà accompagnato da cortei in molte città, spettacoli come quelli della «Notte Bianca» a piazza Farnese a Roma fino alle 24. E ci saranno flash mob contro la «cattiva scuola» di Renzi. L’otto giugno partirà il primo scaglione dello sciopero degli scrutini. Lo faranno tutti i sindacati e la mobilitazione a scacchiera durerà a lungo, in tutte le scuole del paese, tranne che per le «classi terminali», cioè quelle che dovranno sostenere l’esame della terza media o la maturità. La trattenuta sarà ad orario e i comitati e le assemblee stanno costituendo un fondo di mutuo soccorso per sostenere l’onere dello sciopero. Questa pratica sta crescendo in tutta Italia. La solidarietà è scattata tra giorni nelle assemblee fuori dall’orario lavorativo alle quali i docenti stanno partecipando in massa. Le Rsu e i sindacati la sostengono. I sindacati maggiormente rappresentativi hanno organizzato lo sciopero dei docenti di un ora. Partirà il primo giorno degli scrutini e fino al secondo giorno successivo alla data iniziale prevista dal calendario dell’istituto. Quanto al personale Ata, decisivo in questa forma di agitazione, lo sciopero avverrà nella prima ora del turno antimeridiano e nell’ultima ora di servizio di quello pomeridiano. Questo avverrà nel primo e nel secondo giorno degli scrutini calendarizzati da ciascun istituto. Per il perdonale educativo stessa modalità. Per i docenti nella scuola dell’infazione anche. Lo sciopero è generale tanto è vero che riguarda anche il personale che lavora nelle scuole all’estero.

Le stesse modalità saranno seguite dalla Cub e dall’Ugl. Mentre i Cobas e lo Slai Cobas hanno scelto lo sciopero breve limitato alle operazioni di scrutinio per tutte le classi ad eccezione di quelle «terminali». Ecco il calendario. Si inizia l’8 e il 9 giugno in Emilia Romagna e Molise, seguiranno il Lazio e la Lombardia (9 e 10); poi Puglia, Sicilia e trentino (10 e 11). L’11 e 12 Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania, Veneto. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli, Piemonte e Val d’Aosta sciopereranno il 12 e il 13. L’Alto Adige il 17 e 18. L’Anief aderisce alle modalità dello sciopero proclamato da Unicobas, Cobas e Usb.

«Di fronte a questa opposizione e ai negativi risultati elettorali – sostiene Piero Bernocchi – qualsiasi leader politico o governo farebbe marcia indietro e abbandonerebbe la catastrofica idea di consegnare le scuole a presidi-padroni. Ma per il momento non è questa elementare “saggezza” che sta emergendo nel governo Renzi». «Il governo deve prendere atto che sul disegno di legge della “brutta scuola” non c’è consenso – sostiene Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) . ed eviti di provocare a settembre il caos in tutte le scuole».