Cent’anni dopo, Theonis l’egiziana rivive in musica
Una foto sul set di «Theonis, la donna dei faraoni» di Ernst Lubitsch (1922)
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Cent’anni dopo, Theonis l’egiziana rivive in musica

Cinema Il dramma muto di Ernst Lubitsch sarà accompagnato da Novaga e Pilia a Torino
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 19 giugno 2022

Al muto, quel patrimonio infinito sempre fonte di sorprese, ritrovamenti, «attualizzazioni» della sua materia originaria, continua a guardare il cinema d’oggi grazie a festival dedicati, rassegne, eventi capaci di riportare alla luce, e a un nuovo pubblico, capolavori, spesso dimenticati, da vedere o ri-vedere per la prima volta, in molte occasioni con la complicità di musicisti che partoriscono partiture inedite da far dialogare con le immagini, e viceversa.

Un esempio di questa contaminazione, di questo scambio tra forme d’arte, sarà la proiezione con accompagnamento dal vivo dei chitarristi Alessandra Novaga e Stefano Pilia di Theonis, la donna dei faraoni (Das Weiß des Pharao), che Ernst Lubitsch realizzò nel 1922, esattamente cento anni fa. A quel tempo, il cineasta berlinese aveva già diretto quasi quaranta film. Ma Theonis, la donna dei faraoni rappresenta un fondamentale punto di svolta nella sua carriera.

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SARÀ il suo penultimo titolo tedesco, e ultimo lungometraggio. Nello stesso anno si recherà per la prima volta negli Stati Uniti e da quello successivo inizierà il periodo americano della sua filmografia. Un film spartiacque, quindi. L’occasione per una sua visione sul grande schermo (mercoledì 22 giugno, ore 21, al cinema Massimo di Torino) è data dalle manifestazioni collaterali alla mostra Aida. Figlia di due mondi, organizzata dal Museo Egizio del capoluogo piemontese, alcune delle quali proposte dal Museo Nazionale del Cinema. La presentazione del film di Lubitsch costituisce l’ultimo capitolo di questo percorso.

Si tratta di un lavoro che trova le sue radici nella storia dell’antico Egitto, quella dei faraoni (che molti decenni dopo sarà ri-osservata in tutta la sua maestosità e visionarietà filmica dal regista egiziano meno inscrivibile in codici e catalogazioni, Shadi Abdel Salam, che con una manciata di opere ha saputo sovvertire più di chiunque altro, tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta, il cinema del suo paese). Lubitsch, nel suo dramma in sei atti, ricrea l’Egitto dei faraoni e, con un’epica sontuosa, tra storia e melodramma, intrighi e guerre, le relazioni tra Egitto e Etiopia destinate a lacerarsi nel momento in cui si sbriciola la possibilità del matrimonio combinato tra Makeda, figlia del re etiope Samlak, e il faraone Amenes che, invece, ambisce a sposare la schiava Theonis, scappata proprio dalla corte di Samlak.

«THEONIS», la donna dei faraoni è un susseguirsi di scene di corte e di folla fuori dai luoghi del potere, di parate maestose, di inquadrature che descrivono la vita lungo il fiume e tra le dune, di tende e porte che si aprono come sipari, di corpi che si stagliano nella natura, di schiavi forzati in stremanti lavori, di luoghi di segregazione e assalti ai cancelli delle fortezze, di desiderio e disperazione.

La musica elettronica di Novaga e Pilia farà ri-nascere la poetica di Lubitsch. Il duo (che l’anno scorso ha pubblicato l’album Glimpses of the Day) si avventura nei territori della sperimentazione e dell’improvvisazione. Novaga, milanese, è di formazione classica e tra i suoi lavori c’è l’album Fassbinder Wunderkammer, del 2017, omaggio al regista tedesco (di cui quest’anno ricorre il quarantennale della morte) e al suo cinema. Pilia, genovese, dal 2015 fa parte degli Afterhours e torna a collaborare con il Museo Nazionale del Cinema dopo avere sonorizzato C’era una volta e Vampyr di Carl Theodor Dreyer, Greed di Eric von Stroheim e i cortometraggi di Joris Ivens.

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