Il figlio di un senatore calabrese di centrodestra, alfaniano, viene indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere. La notizia fa il giro delle testate locali. Viene messa in stampa. Ma d’un tratto nella redazione de «L’ora della Calabria» (un tempo «Calabria Ora») arriva il niet. Prima dell’editore Alfredo Citrigno e poi dello stampatore. Risultato: il giornale non esce e il direttore si infuria minacciando azioni legali. Il neodirettore, Luciano Regolo, subentrato da poco a Piero Sansonetti, è su tutte le furie: «Ieri notte si è consumato un fatto gravissimo per la libertà di stampa. Ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora, l’editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare l’articolo. Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato le mie dimissioni se fossi stato costretto a modificare il giornale».

Di fronte alle resistenze del direttore sono arrivati i rinforzi. «Mentre discutevamo, in mia presenza – prosegue Regolo – e in viva voce, l’editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore, Umberto De Rose, che faceva altre pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia». Regolo è rimasto fermo e ha mandato in stampa l’edizione. Ma alle 3 di notte De Rose ha fatto sapere che il giornale non sarebbe uscito per un «improvviso» guasto alle rotative. Per la cronaca, il senatore in questione si chiama Antonio Gentile detto Tonino, e lunedì voterà la fiducia al Governo Renzi.