L’Us Census Bureau, l’ente che si occupa del censimento statunitense, ha iniziato a pubblicare i primi risultati a livello locale del censimento del 2020. Riassumendo si potrebbe dire che gli Usa hanno ormai attraversato una sorta di punto di svolta che potrebbe avere implicazioni politiche importanti: siamo di fronte a un Paese che invecchia, con la popolazione che continua a spostarsi sempre più nelle aree metropolitane.

Già da questi primi dati, infatti, si ha il quadro di un Paese più vario e multietnico che mai, dove la popolazione nera rappresenta il 43% del totale (nel 2010 era il 34%) . Gli americani bianchi non ispanici ora costituiscono poco meno del 60% della popolazione. La diminuzione degli statunitensi bianchi non ispanici riguarda gran parte del Paese, tanto che ora esiste un solo Stato, il Maine, dove il 90% o più della popolazione è bianco non ispanico, mentre sono sei gli Stati, più il Distretto di Columbia e Porto Rico, dove i bianchi non ispanici costituiscono meno del 50% della popolazione. Fra i sei è inclusa la California, lo Stato più popoloso del Paese, dove gli ispanici sono ora il 39%.

Non è una sorpresa il fatto che i bianchi non ispanici ormai siano una minoranza della popolazione; ad essere inaspettata è la velocità con cui è avvenuto questo processo. Lla stima della popolazione del 2019, ad esempio, vedeva i bianchi non ispanici rappresentare il 60% della popolazione.

Come per altri Paesi anche in Usa la popolazione adulta è cresciuta, passando da 237 milioni a 261 milioni, con una percentuale di adulti che ora è del 78%, rispetto al 76% del conteggio precedente. Nel complesso, la popolazione degli Stati Uniti è incrementata del 7%, e, come previsto, seguendo una tendenza che ormai procede da diversi anni, la popolazione è cresciuta principalmente nelle aree metropolitane, mentre circa la metà delle contee statunitensi ha visto ridursi la propria popolazione. Tutti questi dati avranno profonde implicazioni per il futuro dell’elettorato statunitense.

Come tutto questo possa influenzare la politica Usa è abbastanza chiaro; i candidati per vincere dovranno abbracciare una delle due opzioni: fare affidamento su coalizioni più multietniche rispetto a quelle a cui sono stati abituati negli anni precedenti, oppure dovranno puntare tutto sull’elettorato bianco in declino.

Nel 2016 Donald Trump aveva abbracciato proprio questa seconda opzione ma, inaspettatamente, nel 2020 ha guadagnato dei voti afroamericani. In altre parole: ci si potrebbe aspettare che questa tendenza meno bianco-centrica sia utile ai democratici, ma non c’è alcuna garanzia. Ciò che è certo è che il voto della popolazione più anziana sarà ancora più importante, visto il calo demografico, mentre i dati sulla continua urbanizzazione dicono che molte aree che hanno visto l’aumento della popolazione sono nel sud e nell’ovest, tutte zone dove i democratici sono sempre più competitivi, come dimostra la vittoria di Biden, diventato il primo democratico a vincere l’Arizona e la Georgia dagli anni ’90.

I campi di battaglia elettorali, quindi, potrebbero non essere più Michigan, Pennsylvania e Wisconsin ma Arizona e Georgia. Quando tutti i dati saranno stati processati, poi, si aprirà un nuovo capitolo, visto che le nuove informazioni date dal censimento guideranno la distribuzione di oltre 675 miliardi di dollari annuali in finanziamenti federali tra i governi statali e locali.