Uno smartphone Lenovo, con sistema Android, funzionale e dal design simile in tutto e per tutto a un Samsung, in Cina si può comprare con circa 70 euro. Un telefono Xiaomi, praticamente identico ad un iPhone, ma con all’interno un sistema Android, si può acquistare, on line, a soli 110 euro.
Con questi due smartphone, economici e perfettamente in grado di collegarsi in rete, si possono scaricare centinaia di applicazioni, non tanto da Google Play, irraggiungibile in Cina senza una vpn, una connessione in grado di aggirare il Great Firewall, ma da migliaia di siti mirror. Applicazioni che poi funzionano e rendono gli smartphone dei cinesi ricchi di contenuti, come piace al pubblico locale, e pienamente in grado di adempiere al loro dovere, proprio come un iPhone. Solo che costano la metà e non vivono all’interno di un sistema chiuso come quello dell’azienda di Cupertino. Sono queste le motivazioni principale dello scarso, fino ad oggi, rendimento degli smartphone della Apple in Cina. A parte i Samsung, che detengono la più grande fetta del mercato, i produttori nazionali (come Lenovo e Huawei) hanno ormai conquistato larghe fasce della popolazione. Il caso più eclatante è quello di Xiaomi, produttore di smartphone dal design spesso creato da una continua interazione tra designer e community (alcuni dei modelli nascono proprio da sondaggi on line tra i propri fans), e in grado di arginare i propri costi attraverso la vendita on line. Considerando che la Cina è il primo mercato dell’e-commerce al mondo, con oltre 600 milioni di utenti, si tratta di un bel vantaggio rispetto ai competitor. E proprio Xiaomi potrebbe costituire la sorpresa più interessante nel prossimo futuro, non solo a livello nazionale, perché le mire dell’azienda cinese varcano i confini. Con l’assunzione dell’ex uomo di spicco di Google, Hugo Barra, oggi vice presidente di Xiaomi, l’intento della compagnia cinese è quello di diventare un marchio internazionale, cominciando dall’Asia. Come espresso da Barra durante un’intervista al Wall Street Journal, «i nostri fan sono ovunque e noi abbiamo una missione ben precisa, avere un impatto ovunque nel mondo». Per ora Xiaomi vende i suoi telefoni anche a Hong Kong e Taiwan e ha annunciato una prima uscita in altri paese del sud est asiatico. Poi toccherà presumibilmente ai mercato occidentali.