Il misterioso mondo degli alimenti per animali si arricchisce di un nuovo capitolo, dopo le rivelazioni di Le Monde del 24 novembre. Il giornale francese, sulla base di documenti confidenziali provenienti dall’Olanda, ha messo in luce una storia di grave contaminazione di alimenti destinati agli animali di numerosi paesi europei. Negli alimenti per uso zootecnico sono stati trovati organismi geneticamente modificati e la cosa più preoccupante è che questi organismi sono resistenti agli antibiotici. E dire che si era appena conclusa la «Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici».

La documentazione di cui Le Monde è entrato in possesso mostra che i batteri resistenti si trovano in numerosi lotti di vitamina B2 80%. La vitamina B2 o riboflavina è un additivo per mangimi prodotto dalla fermentazione di un ceppo di Bacillus subtilis geneticamente modificato. La legislazione dell’Ue, allo scopo di garantire la sicurezza per quanto riguarda la modificazione genetica dei batteri, stabilisce che né il ceppo di produzione dei batteri né il loro DNA devono essere rilevati nel prodotto finale. La normativa consente, tuttavia, con generosità, la «presenza nel prodotto finale di tracce di Ogm autorizzati in una proporzione non superiore allo 0,9% a condizione che queste tracce siano accidentali o tecnicamente inevitabili».

NEL CASO DENUNCIATO, I LOTTI DI VITAMINA B2 contenevano cellule batteriche che hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici. La vitamina B2, una delle otto vitamine del gruppo B, entra massicciamente nei mangimi di tutte le specie animali, con lo scopo di stimolare in modo «esasperato» tutti i processi metabolici. La sua produzione ha raggiunto livelli elevatissimi, con uno stretto collegamento tra le industrie che la producono e le aziende mangimistiche che preparano le miscele per gli animali. In Europa l’autorizzazione alla produzione di vitamina B2 a partire da ceppi batterici geneticamente modificati è arrivata nel 2010, su richiesta di un consorzio europeo che raggruppa le principali industrie che producono additivi per la nutrizione animale. L’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti (EFSA) ha avallato l’autorizzazione affermando che la vitamina B2 prodotta con questo procedimento «non presentava problemi di sicurezza». Ma nel 2015, in un laboratorio di ricerca tedesco, in un lotto di vitamina B2 proveniente dalla Cina, vengono trovate tracce di batteri resistenti agli antibiotici. Ma passano 3 anni prima che l’EFSA lanci un avviso di rischio e solo l’8 marzo di quest’anno la Commissione Europea ha vietato l’impiego della vitamina B2 ottenuta partendo dal batterio geneticamente modificato «per il grave rischio che essa può rappresentare a causa della presenza di cellule antibiotico-resistenti».

Nel settembre di quest’anno la Commissione Europea, oltre a vietare la produzione della vitamina utilizzando il batterio incriminato, aveva chiesto il ritiro entro il 10 novembre di tutti i lotti in commercio. Ma i lotti di vitamina B2 sono stati disseminati in tutta Europa e la loro individuazione ha presentato grandi difficoltà. Le autorità belghe sono state le prime, a inizio ottobre, ad intercettare un lotto di 60 Kg di vitamina contaminata proveniente dalla Cina. Ma si ritiene la maggior parte della vitamina sia già stata adoperata. Per questo la Commissione Europea ha ulteriormente stabilito il ritiro, entro il 10 gennaio 2019, di tutte le premiscele e gli alimenti composti che possono contenere la vitamina.

TUTTAVIA, ATTRAVERSO LA NOTA DEI SERVIZI di controllo olandesi, è possibile ricostruire i movimenti della vitamina contaminata e l’ampiezza del problema. Risulta che ben 8 tonnellate di vitamina B2, prodotta dalla società cinese Shandong a partire dal batterio Bacillus subtilis, sono state distribuite in Italia, Polonia e Paesi Bassi attraverso la compagnia olandese Trow Nutrition, di proprietà del gruppo Nutreco, leader mondiale dell’alimentazione animale. Risulta che 2,5 tonnellate sono state smaltite in Polonia, 5 tonnellate nei Paesi Bassi e 0,5 tonnellate in Italia. Ma i lotti contaminati possono aver raggiunto anche Germania, Francia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Russia. Secondo i servizi di controllo olandesi, partendo da 8 tonnellate di vitamina B2 80% si può arrivare a produrre più di un milione di tonnellate di mangimi, una quantità che può aver raggiunto tutti i paesi europei ed essere entrata nell’alimentazione di centinaia di migliaia di animali. I batteri patogeni antibiotico-resistenti, entrati nella catena alimentare attraverso i mangimi, rappresentano un grave pericolo per gli animali e per le persone.
Questa storia mostra la carenza nei controlli da parte delle autorità sanitarie europee (soprattutto dell’EFSA). E poi c’è una «questione vitamine». Si fa un uso spropositato delle vitamine di sintesi sia nell’allevamento animale che nell’alimentazione umana.

LE VITAMINE SONO FARMACI CHE dovrebbero essere utilizzati nei casi di reale carenza. Ma a partire dagli anni ’70 si è affermata l’idea «rivoluzionaria» di non considerarle più farmaci, ma integratori, semplici alimenti. Questa scelta ha determinato uno sviluppo vertiginoso del settore. La vitaminizzazione dei mangimi ha fatto ulteriormente esplodere la produzione di vitamine, in particolare quelle del gruppo B. La loro disponibilità e aumentata da quando, attraverso le tecniche del DNA ricombinante, si possono utilizzare i batteri geneticamente modificati come microscopiche fabbriche per produrre grandi quantità di vitamine. Tutte le specie vengono imbottite di vitamine. Perfino gli animali ruminanti ingurgitano massicce dosi di vitamine del gruppo B (ma sono idrosolubili e vengono degradate nel rumine).
E come si risolve il problema? Somministrando grandissime quantità di vitamine B, per consentire ad una piccola parte di esse di raggiungere l’intestino dove possono essere assorbite. «Vitaminizzare la vita» degli umani e degli animali è diventato l’obiettivo delle industrie produttrici. Costi quel che costi.