Fidatevi di lui perchè sbloccherà l’Italia. Quando la ministra per i rapporti per il parlamento Maria Elena Boschi ha certificato la nuova richiesta di fiducia del governo al Senato sul decreto del cemento, delle trivellazioni e delle concessioni autostradali ai monopolisti del settore – lo «Sblocca Italia» ribattezzato «Rottama Italia» da Altreconomia nel pamphlet scaricabile online – ieri l’opposizione è esplosa. Senza avere bisogno di riforme costituzionali, l’esecutivo Renzi esercita i suoi poteri di eccezione. La scusa è data dalla scadenza del decreto prevista per l’11 novembre. Nei fatti è l’anticipazione dei poteri commissariali che lo Sblocca Italia prevede per mettere il turbo alle grandi opere e negare i poteri di contrattazione degli enti locali e delle comunità interessate alla tutela del territorio e del patrimonio e a un loro sviluppo diverso. Risultato: il parlamento è stato esautorato, l’opposizione messa a tacere, mentre è stata posta la fiducia su un provvedimento dove ci sono degli omissis.

La denuncia è del senatore del Movimento 5 Stelle Luigi Gaetti secondo il quale «la maggioranza ha presentato nello Sblocca Italia la richiesta di approvare una convenzione sulle concessioni autostradali i cui documenti, gli schemi di convenzione con i fondi stanziati sono stati secretati». In questo modo, il Senato è stato chiamato «a esprimersi su materie che neppure il governo conosce, a scatola chiusa, prendere o lasciare». «Il governo, con lo Sblocca Italia, rinnova le concessioni autostradali senza indicare per quale numero di anni. A meno che »due puntini« vogliano significare un numero. Lo fa senza una gara, e questo è un regalo a chi quelle concessioni già le possiede, perpetuando il regalo fatto già dal governo Berlusconi. La percentuale di guadagno per lo Stato, sui proventi netti dei pedaggi, sarà solo del 2,4%».

Per le opposizioni «è un regalo al gruppo Gavio che ha in concessione diverse tratte autostradali del Nord Italia» Il senatore M5S Sergio Puglia si è sdraiato sui banchi del governo con le mani sporche di inchiostro. Alla fine della bagarre i Cinque Stelle sono stati deferiti. Era dal 1992 che i senatori non votavano unla fiducia dal loro banco. La seduta è stata sospesa, per poi riprendere poco dopo. «Un intero ramo del parlamento è stato totalmente esautorato» ha detto il capogruppo M5S Alberto Airola che ha accusato il presidente del Senato Piero Grasso «di gestione incompetente dell’aula» nella discussione avvenuta nella mattinata di ieri. La risposta del Partito Democratico non si è fatta attendere. «L’atteggiamento dei Cinque Stelle è inqualificabile, hanno impedito di votare la fiducia, un atto che ha connotati squadristici, perchè lo stanno facendo fisicamente». Questo è il parere del senatore Pd Miguel Gotor. secondo il quale i Cinque Stelle avrebbero impedito «l’esercizio della democrazia parlamentare».

Si sono fatti sentire i senatori di Sinistra Ecologia e Libertà che hanno denunciato con eguale forza il «regalo ai concessionari delle autostrade». «La proroga per le concessioni senza gara – ha detto Arturo Scotto – è un giochino che costerà all’Italia un’infrazione da parte dell’Unione Europea perchè è una norma che non rispetta il diritto comunitario, non rispetta il mercato e nemmeno i consumatori». Questo non è l’unico aspetto del corredo degli orrori contenuto nello «Sblocca Italia». Ci sono le trivellazioni per il petrolio autorizzate in tutti gli angoli, e i mari, del paese. Un provvedimento contro il quale si batte il coordinamento No Triv. Prima della sospensione della seduta, i senatori di Sel hanno fatto un blitz ed esposto uno striscione simbolo del movimento «No Triv».

«Con il Jobs Act e questo decreto Sblocca Italia il governo state di fatto facendo carta straccia dei diritti e state svendendo il paese – ha gridato Loredana De Petris (Sel) – Invece di salvaguardare ambiente e territorio, con questo testo state continuando a distruggere l’Italia, oltre a quello che vi siete inventati con i rifiuti, tra discariche e inceneritori senza senso». Reazioni fortissime che traducono le tensioni prodotte dalla decisione del governo di procedere spedito sulla sua strada. In questo quadro andrebbe spiegata la decisione di Renzi di non recarsi domani a Bagnoli, contrariamente a quanto annunciato, anche per evitare di affrontare una dura contestazione. La commissione ambiente del Senato ha infine approvato un odg che impegna il governo a bloccare le trivellazioni nel canale di Sicilia. Quella approvata ieri con 157 voti è la 29° fiducia accordata al governo Renzi.