Indiscrezioni confermate. Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei è l’uomo scelto dal governo per guidare Cassa deposititi e prestiti (Cdp), il braccio finanziario del Tesoro che avrà un ruolo chiave nella realizzazione del Pnrr. Confermato il presidente Giovanni Gorno Tempini, mentre in consiglio di amministrazione si rafforza la presenza femminile con i consiglieri donna che salgono a quota cinque (su 9 componenti) da tre del board uscente. Il cambio al vertice di Cassa è stato ufficializzato dal Ministero dell’economia, azionista di controllo (con l’82,77%), che ha formalizzato la lista dei nomi poi approvata dall’assemblea di Cassa depositi e prestiti. Scannapieco, romano 53 anni, dal 2007 alla Banca europea degli investimenti e considerato un Draghi boy, è l’uomo scelto per il ruolo di amministratore deelgato. Prende il posto di Fabrizio Palermo, che tre anni fu il nome – in quota M5s e gradito alla Lega – che venne preferito proprio a Scannapieco. Sulla poltrona di presidente resta invece Gorno Tempini (nominato nell’ottobre 2019), che è stato designato dalle Fondazioni (che possiedono il 15,93%) insieme ad altri due membri del board.
L’assemblea di Cassa, riunita nel pomeriggio, oltre alle nomine ha approvato anche il bilancio 2020, chiuso con un utile ante imposte a quota 2,5 miliardi, in significativa crescita rispetto al 2019 (+25%), e la distribuzione di un dividendo di 2,22 miliardi. Di questo tesoretto, il Ministero dell’economia incasserà la fetta più consistente, pari a circa 1,84 miliardi (353 milioni alle Fondazioni).
A Scannapieco viene affidata una macchina che nel 2020 ha mobilitato risorse per circa 39 miliardi, con una crescita significativa (+11%). E che gestisce un risparmio postale che ha raggiunto lo scorso anno 275 miliardi (+4% ad un livello mai così alto dal 2013). La cassa ora si trova davanti alla sfida del Recovery con gli oltre 200 miliardi in arrivo per l’Italia. Una sfida che Scannapieco ha già ben chiara: «le parole chiave» per il Recovery fund sono «discontinuità, ambizione, concretezza e rapidità», diceva a febbraio in audizione alle Camere. Scannapieco eredita dossier importanti. Dalla partita per Autostrade per l’Italia, arrivata alle battute finali (lunedì l’assemblea di Atlantia voterà sull’offerta del consorzio guidato da Cassa insieme ai fondi Blackstone e Macquarie per l’88,06% di Aspi), a quella della Rete unica con l’aumento della partecipazione in Open Fiber.
Per Palermo, che vanta risultati importanti, circola l’ipotesi di Leonardo, mentre sembrerebbe tramontata la possibilità di una staffetta con Domenico Arcuri a Invitalia.