In un immaginario a misura di serial che sempre più spesso prende a prestito teste coronate e dinastie regnanti per imbastire episodi su episodi, stagioni su stagioni, inevitabile approdo la figura di Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst meglio conosciuta come Caterina la grande di Russia. Una figura portata sul grande schermo fra le altre da Marlene Dietrich (L’imperatrice Caterina,1934), Bette Davis (Il grande capitano, 1959), Jeanne Moreau (Caterina sei grande, 1968), e che ora (ri) trova la strada del piccolo schermo in una coproduzione Sky Original e Hbo – Caterina la Grande – da stasera su Sky Atlantic (ore 21.15) in streaming su Now Tv (on demand sono già disponibili i quattro episodi) – potendo contare su una «specialista» come Helen Mirren, che nella sua carriera ha già interpretato le «due» Elisabette d’Inghilterra..

IMPERATRICE dall’esistenza complessa e che si estende in un periodo storico fondamentale per la Russia, Caterina sposa sedicenne l’erede al trono dell’impero russo il futuro Pietro III. Con un colpo di Stato detronizzò il marito alla fine della Guerra dei sette anni, e poi si dedicò a battaglie e a riorganizzare l’impero iniziando proprio con la redazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti. Affidandosi ai suoi favoriti, in particolare a Grigorij Orlov e a Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dai generali, come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli, come Fëdor Ušakov, espanse rapidamente l’egemonia russa. L’adattamento televisivo – scritto da Nigel Williams, diretto da Philip Martin, si concentra nei trent’anni che vanno dalla sua ascesa al trono, 1762 con il colpo di stato con cui depose il marito, alla morte. E passa in rassegna tutti gli intrighi di corte, i complotti e le campagne vittoriose di Potemkin (Jason Clarke), amante e fidato consigliere, che conquista la Crimea ed è pronto a sfidare l’impero ottomano. Sontuoso nello scenografie, costumi, arredi e nell’ambientazione – è girato anche a Mosca e San Pietroburgo – la miniserie mescola elementi tipici del genere storico – compreso qualche anacronismo – violenza, gore e sesso (anche se non lascia molto spazio a voyeurismi di sorta…), e si regge soprattutto sulla perfetta caratterizzazione della Mirren.

PERSONAGGIO dalle sfumature decisamente moderne – decide di non sposarsi mai, come fece più di un secolo prima Elisabetta: «Caterina si è però dovuta confrontare a suo tempo – come sottolinea il regista – con problemi politici e sociali: molte questioni che ha dovuto affrontare come leader conquistano a essere decisamente attuali. Ad esempio bilanciare il nazionalismo e l’espansione con il liberalismo e il cambiamento sociale, la tensione tra le vite personali e i ruoli pubblici dei nostri leader e le particolari pressioni sulle donne al potere». Le accuse a Caterina di «discutibile morale sessuale» non sono condivise da Helen Mirren: «Le trovo accuse ridicole. Nel diciottesimo secolo c’era una diversa percezione verso il sesso e la sessualità, Caterina poi era monogama. Amava gli uomini e diceva sempre: ’Se sono dipendente da qualcosa, sono dipendente dall’essere innamorata’».