Sequestro per il gruppo editoriale dell’imprenditore catanese Mario Ciancio Sanfilippo. Lo ha disposto la procura di Catania su richiesta dell’Antimafia locale.

Arrivano dunque i commissari per La Sicilia, per la maggioranza delle quote della Gazzetta del Mezzogiorno e per due emittenti tv, Antenna Sicilia e Telecolor.

Ma è forte la preoccupazione dei giornalisti, della Federazione della stampa, di Assostampa e dell’Ordine dei giornalisti.

Il sequestro arriva alla fine di un’inchiesta per lo scivoloso reato di concorso esterno in associazione mafiosa segnata da colpi di scena: l’imprenditore è rinviato a giudizio nel 2017 per un’indagine aperta nel 2007. Ma nel 2012 viene chiesta l’archiviazione. Bocciata dal gup.

A quel punto i pm chiedono il rinvio a giudizio. Bocciato di nuovo dal gup nel 2015. Sentenza poi ribaltata dalla Suprema Corte che ha accolto l’appello della procura contro il proscioglimento.

Dodici mesi fa un nuovo gup – il terzo della vicenda – ha ordinato il processo per l’editore ormai 86enne. Il sequestro di ieri ammonta a beni per 150 milioni di euro.

Ma a preoccupare di più è il destino de La Sicilia: «Si affidi la testata ai giornalisti che in questi anni hanno raccontato le verità sulle collusioni», è l’appello di Claudio Fava, «Occorre restituire ai siciliani il diritto a un’informazione libera, autonoma, coraggiosa».