Nella Castiglia e León, la più estesa regione della Spagna, circa due milioni di persone sono chiamate a eleggere domenica il nuovo Parlamento della Comunità Autonoma. Saranno elezioni anticipate, per la mossa a sorpresa dell’attuale presidente della regione, Alfonso Fernández Mañueco, del Partito Popolare (Pp), che a dicembre ha deciso di rompere la coalizione formatasi nel 2019 con Ciudadanos (Cs). L’obiettivo: tornare alle urne e rafforzarsi, seguendo così le orme di Isabel Díaz Ayuso, la presidente della Comunità Autonoma di Madrid (anche lei del Pp) che nel maggio dello scorso anno fece il pieno di voti alle elezioni anticipate con la stessa strategia, sbarazzandosi dell’ex alleato di governo, Cs, in evidente crisi di consensi.

La strategia del Pp nazionale, guidato da Pablo Casado, è quella di appuntarsi vittorie locali in vista delle politiche del 2023 e cercare di indebolire così il governo nazionale di coalizione guidato dal socialista Pedro Sánchez. L’ultima mossa, come era accaduto a Madrid, è incoraggiata dal fatto che la Castiglia e León è un feudo del Pp da 35 anni. Secondo gli ultimi sondaggi però, qualcosa potrebbe andare storto per Mañueco. Il partito di ultradestra Vox, che in campagna elettorale ha tirato fuori niente di meno che il Cid Campeador, figura leggendaria della Reconquista («con Vox, il Cid tornerà a cavalcare per le terre di Castiglia», ha detto un leader del partito), è in crescita nei sondaggi e sta rosicchiando voti al Pp: potrebbe obbligarlo a un governo di coalizione e far naufragare il progetto di un esecutivo in solitaria. Il Partito Socialista (Psoe) inoltre potrebbe non andare così male come sembrava in un primo momento.

La grande novità di queste elezioni è l’irruzione delle forze politiche che si battono contro lo spopolamento della Spagna interna. Chiedono a gran voce che venga invertito il modello di sviluppo che ha portato negli ultimi decenni a un esodo verso le città più grandi, con lo spopolamento dei centri minori, rimasti con meno servizi e poche opportunità. Questa eterogenea realtà, formata da decine di piattaforme locali, si presenterà per la prima volta a delle elezioni sotto il nome di España Vaciada (letteralmente, Spagna svuotata). Incompatibili con l’estrema destra, più affini con il centro-sinistra, si dichiarano “pragmatici” e aperti a tutte le possibilità, pur di raggiungere i propri obiettivi.

Le settimane di campagna elettorale sono state dominate dal sole sulle distese castigliane e leonesi della Meseta settentrionale, in questo asciuttissimo inverno 2022 in cui si riaffaccia l’incubo della siccità in molte aree della penisola. Il sole ha illuminato ogni giorno i tetti del centro storico di Salamanca e di Valladolid, i vigneti della valle del Duero, la muraglia medievale di Ávila, le montagne quest’anno senza neve della Cordigliera Cantabrica e del Sistema centrale, la cattedrale gotica di Burgos e quella di León, area quest’ultima dove un partito locale (si chiama Unione del Popolo Leonese) tornerà a chiedere nelle urne l’autonomia dalla Castiglia. Per le strade di Segovia, martedì scorso, i cartelli elettorali affissi sotto l’imponente acquedotto romano erano gli unici segni visibili delle elezioni imminenti.

La campagna elettorale però è stata accesa e ha coinvolto anche i leader nazionali, raggiungendo livelli massimi di tensione con la grande polemica sui macro-allevamenti intensivi di suini. Una campagna di disinformazione giocata dalle destre su alcune parole decontestualizzate del ministro di Izquierda Unida (Iu) Alberto Garzón che, intervistato dal Guardian, aveva criticato gli allevamenti intensivi per il loro impatto sull’ambiente, bassa qualità della carne e maltrattamento degli animali, difendendo gli allevamenti estensivi, resi possibili nella Spagna interna dalla presenza di vaste distese di territorio. Le sue parole sono state trasformate dalle destre in un attacco agli allevatori spagnoli, in un tentativo di cavalcare il malcontento delle campagne (sfociato peraltro nel preoccupante assalto di allevatori inferociti presso il municipio di Lorca, nel sud). Saranno elezioni locali, ma i risvolti sono nazionali e misureranno la temperatura politica di tutta la Spagna, in un 2022 che doveva essere privo di eventi elettorali.