La giornata più a rischio è quella di domani, quando scatterà l’obbligo di presentare il Green pass per poter accedere ai posti di lavoro. Al Viminale, dove ieri la ministra Luciana Lamorgese ha presieduto il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza in vista delle scadenze considerate «calde» delle prossime settimane, l’attenzione è centrata proprio sul 15 ottobre: «E’ una prova importante, con possibili disordini che possono avvenire ovunque», spiega in serata un funzionario.

Il 19 ottobre la ministra è attesa in parlamento per riferire sugli scontri di sabato scorso, ma intanto ieri è intervenuta al question time della Camera dove ha spiegato perché la polizia non ha agito subito per fermare il leader romano di Forza nuova Giuliano Castellino dopo l’annuncio di voler guidare i manifestanti verso la sede della Cgil. «La scelta di procedere coattivamente nei suoi confronti non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico», ha spiegato Lamorgese aggiungendo che sull’ipotesi di scioglimento di Forza nuova il governo attende le decisioni della magistratura e le indicazioni che arriveranno dal parlamento.

Parole che hanno innescato uno scontro con la leader di Fratelli d’Italia, che nella replica ha attaccato duramente la titolare del Viminale. «Lei ministro viene qui e ci dice che sapeva e non ha fatto nulla – ha detto Giorgia Meloni – E se fino a ieri pensavamo che il problema fosse una sua sostanziale incapacità, oggi la tesi è molto più grave, e cioè che quanto accaduto sabato è stato volutamente permesso».

Una cosa è certa: al governo nessuno vuole più che si ripetano le scene viste sabato a Roma, con manifestanti fuori controllo che si dirigonmo contro le sedi istituzionali e ne devastano una sindacale. Per questo ieri durante la riunione del Comitato per l’ordine pubblico, presenti anche il questore e il prefetto di Roma, sono stati esaminate le criticità viste in piazza cinque giorni fa, con la ministra che ha chiesto un maggiore controllo su quanto avviene in rete e in particolare sui social. C’è, poi, l’intervento sul territorio. In una giornata come quella di domani potenziali disordini potrebbero sorgere ovunque. Le prefetture sono allertate ma possono disporre solo delle forze dell’ordine già presenti.

Proprio per la natura della scadenza, è infatti impossibile spostare reparti di agenti da una regione all’altra, come avviene normalmente, senza contare che oppositori al Green pass esistono anche tra le forze dell’ordine con circa il 30% degli operatori che non ha ancora trasmesso il passaporto verde. «Per questo sono stati rimodulati i servizi, scegliendo alcune priorità». A rischio sono considerati porti, autostrade, grandi fabbriche, ma anche i trasporti pubblici. Tutte situazioni che, dove possibile, verranno sorvegliate a distanza.

Altra giornata segnata in rosso è quella di sabato. Oltre alla manifestazione dei sindacati in molte città anche i No Vax hanno già chiesto, o si preparano a farlo, le autorizzazioni a manifestare. Verranno permessi solo sit-in o iniziative stanziali, e comunque in luoghi lontani da sedi istituzionali e da possibili obiettivi sensibili.

L’attenzione, infine, è massima per le giornate del 30 e 31 ottobre, quando venti capi di Stato e di governo arriveranno a Roma per le giornate conclusive del G20. Un appuntamento che può far gola ad antagonisti di ogni colore che potrebbero confluire nella capitale non solo da tutta Italia ma anche dall’estero. «Per due giorni Roma sarà una città blindata», avvertono al Viminale. Il problema non è tanto la protezione della Nuvola, dove si terrà il G20, situata in un quartiere come l’Eur non particolarmente difficile da presidiare. Piuttosto gli spostamenti del leader dai vari alberghi fino al luogo del summit e verso il Quirinale per il ricevimento con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il dispositivo al quale si sta lavorando è quello tipico degli eventi internazionali. La città non sarà presidiata dalle sole forze dell’ordine ma altri 500 soldati si aggiungeranno a quelli già in servizio con l’operazione Strade sicure. Inoltre i cieli saranno chiusi con il divieto di sorvolo e protetti con batterie anti missile e un sistema anti Drone in dotazione delle Forze armate.