Domenica al teatro Quirino di Roma ci sarà la presentazione della lista «La sinistra», che porta nel simbolo le insegne dei gruppi europarlamentari Gue/Ngl ed European Left. Insomma la Sinistra europea, quella che cinque anni fa in Italia vestì le insegne dell’Altra Europa con Tsipras, che superò lo sbarramento del 4% eleggendo tre europarlamentari, e che ha rappresentato l’unica opposizione di sinistra alla grossa coalizione di Pse e Ppe. Fra i promotori Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Transform e l’Altra Europa, fra i candidati anche la sempreverde Luciana Castellina, che ha scelto di accettare l’invito di Alexis Tsipras ad essere nella lista di Syriza, in Grecia.

Luciana Castellina, ci puoi spiegare la genesi di questa candidatura alle elezioni europee di maggio?
Mi hanno telefonato ieri, e mi hanno detto che a grande maggioranza Syriza aveva deciso di candidarmi, come personalità di eccellenza della sinistra continentale. È anche una candidatura di solidarietà con Tsipras, che in questi anni non poteva fare più di quello che ha fatto per il suo paese, al quale sono molto legata.

Già, la Grecia per te ha voluto sempre dire tantissimo.
Si, ho un rapporto profondo con la Grecia, fin dall’inizio degli anni 60, quando lavoravo a Paese Sera. Poi sono tornata lì per Rinascita, e nel 1967, quando ci fu il colpo di stato dei colonnelli, fui anche arrestata. Subito dopo il golpe il partito comunista greco si divise, ancor prima di noi del manifesto ci fu una parte del partito che si staccò dal suo legame con Mosca. Fu l’inizio di un cammino che, nel corso degli anni, ha portato alla nascita di Syriza. Puoi ben capire quanto sia legata a quell’esperienza.

Da allora i tuoi viaggi nel paese sono stati frequenti.
Pensa che anni dopo sono tornata, con un sotterfugio, quando il re Costantino tentò a sua volta un colpo di stato. All’inizio lui aveva appoggiato i colonnelli, poi si era reso conto di aver fatto un gravissimo errore, e allora aveva provato a rientrare al potere. In quell’occasione tornai ad Atene, e visto che nel ’67 ero stata espulsa rientrai come Luciana Reichlin. Ma solo per scoprire che il controgolpe era fallito, e che il re era riparato a Roma. A quel punto fui espulsa ancora una volta. Ma da allora il rapporto con i greci è diventato davvero speciale.

Dunque è rapporto che va avanti da decenni.
Guarda, in questi giorni sono a Lecce, al Festival del cinema europeo. Ma per Pasquetta torno ad Atene, hanno deciso di darmi un premio per quello che ho fatto negli anni 80, quando ero coordinatrice europea del Movimento per il disarmo. Un grande movimento, che si batteva contro le installazioni dei missili. Qui in Italia erano a Comiso, e tanti italiani ricordano ancora quante manifestazioni sono state organizzate per non farle allestire. Ma c’erano altre basi missilistiche in tutta Europa, e naturalmente anche in Grecia. Sono state le prime battaglie civili su base continentale, per ricordarle hanno organizzato un grande convegno internazionale. Mi hanno invitato e mi daranno questo premio, inutile dirti che ne sono orgogliosa. Sarà anche il miglior modo per aprire la campagna elettorale.

Una campagna elettorale che dovrai affrontare su entrambi i fronti ?
Certamente, non farò campagna solo in Grecia ma anche qui in Italia. Non sarà semplicissimo, anche se la mia è una candidatura simbolica ci sarà da lavorare parecchio. Ma, ti ripeto, non avrei mai potuto dire di no. Da cinquant’anni faccio avanti e indietro con la Grecia, e con Tsipras si è creato un rapporto particolare. In questi anni è stato attaccato tanto, anche da quello sciocco di Varoufakis, ma alla resa dei conti è stato uno statista nel miglior senso del termine, e ha fatto tantissimo per il suo popolo e per l’intera sinistra continentale.