Il giovane Kim Seung-Keun riceve telefonicamente una serie di brutte notizie: è in bancarotta e la ragazza lo ha lasciato. In una società dominata dalla logica del profitto non vede altra alternativa che la morte. Così, tutto vestito da ufficio com’è, si butta dal ponte sul bel fiume Han che attraversa Seul. Vuole morire, ma finisce per arenarsi su un banco di sabbia e rifiuti in mezzo al fiume. Un non luogo, uno spazio disabitato che gli sarà prima prigione e poi rifugio. Traghetti e macchine passano in lontananza senza vederlo, e lui non sa nuotare.

Poco distante una ragazza sociopatica trascorre le sue giornate chiusa in una stanza di un grattacielo. Sono tre anni che non esce di casa. Solo la sera si affaccia alla finestra per fotografare la luna. È una hikikomori, una ragazza che ha scelto di ritirarsi dalla vita sociale e che ha contatti con l’esterno solo attraverso il web.

Rifiuta ogni contatto con quella società che sente dominata dall’immagine e dalla perfezione estetica Non esce dalla sua stanza nemmeno per mangiare e va in bagno solo quando è sicura di non incontrare nessuno nei corridoi della sua casa. L’unico «luogo» dove si sente a suo agio è Cyworld, un mondo virtuale dove può fingere di essere quella che non è.

Sarà lei ad accorgersi che lo splendido panorama urbano che ogni notte contempla dalla finestra della sua camera è cambiato. Nell’isola in mezzo al fiume che attraversa la città c’è una scritta a caratteri cubitali: H E L P. Inizia così un surreale rapporto a distanza che costringerà entrambi ad affrontare le proprie paure. Una commedia divertente e romantica, uno di quei film che sono capaci di riflettere sui mali della società moderna con leggerezza e poesia.

Corea Sud – Film
Castaway on the Moon
2009, regia di Lee Hae-jun