Dopo avere cancellato il saldo dell’Irap 2019 e l’acconto del 2020 in scadenza a metà giugno alle aziende con un bilancio entro i 250 milioni di euro che non hanno perso il fatturato durante il lockdown, un altro regalo alle imprese. Il governo ha permesso che un quarto delle ore di cassa integrazione usate in questi mesi dalle aziende in difficoltà fossero riconosciute anche a quelle che non hanno perso il fatturato, hanno continuato a produrre e hanno imposto ai loro lavoratori dipendenti una perdita del salario durante l’emergenza.
Il dato è stato illustrato ieri dal presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) Giuseppe Pisauro nel corso di un’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riuniti in seduta congiunta per l’esame del Programma nazionale di riforma. Incrociando i dati del monitoraggio dell’Inps con quelli della fatturazione elettronica dell’Agenzia delle Entrate nel primo semestre 2020 rispetto al primo semestre 2019, l’Upb ha sostenuto che circa un terzo delle ore di Cig, Cig in deroga e Fondi bilaterali è stato utilizzato da imprese che hanno subito perdite di fatturato superiori al 40%. Finora la Cig ha interessato 5,5 milioni di persone su 8 milioni stimati dalle relazioni tecniche, con un «tiraggio al 63%». Nel calcolo potrebbero mancare le ore riconosciute a aprile e a maggio che sono state autorizzate a marzo, anche a causa dei ritardi dell’erogazione dovuti alla macchinosità del processo che la ministra del lavoro Nunzia Catalfo ora sostiene di volere riformare. Nei due mesi in cui i dati sono certi, per l’Upb sono state utilizzate «943 milioni di ore su 1,5 miliardi». Dunque quando si farà un bilancio potrebbero esserci anche dei risparmi su quanto è stato stimato ufficialmente.

«Il dato sulla cassa integrazione lo conoscevamo anche noi» ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’altra audizione, presentando i contenuti dello scostamento di bilancio che sarà votato oggi dal parlamento. Gualtieri ha sorvolato sul fatto di non avere previsto norme per impedire l’uso opportunistico della cassa integrazione, con la conseguente perdita del salario per i lavoratori, e sull’eventualità di accertare realmente i fatti e, nel caso, recuperare le risorse. Ha invece sostenuto che «ovviamente ciò non fa venir meno che fosse stato giusto offrire la cassa a tutti». In realtà il governo si è posto il problema non a marzo, ma solo con il «decreto agosto» che prolungherà di 18 settimane i termini per chiedere altra Cig e si propone di approntare «un meccanismo più selettivo» che contempli anche la perdita del fatturato. Il comportamento delle imprese è stato giudicato «un fatto grave» dal renziano Luigi Marattin, mentre la segretaria della Cisl Annamaria Furlan ha parlato di «furbizia». «È stato un altro spreco di risorse che sarebbero potute arrivare a esigenze rimaste scoperte: dal turismo, a tanti lavoratori autonomi, alle famiglie in affitto» ha detto Stefano Fassina (LeU).

Il decreto agosto da 25 miliardi di euro è il terzo scostamento di bilancio che porta l’extradeficit a oltre 100 miliardi in cinque mesi. Servirà a sostenere l’allungamento delle rate delle tasse sospese, per i fondi per la scuola, per lo sblocco di investimenti per gli enti locali e il blocco dei licenziamenti. Per il bonus assunzioni il governo sarebbe orientato su 6 mesi di sgravi contributivi al 100% per i neoassunti e 3-4 mesi per chi rientra dalla Cig. Arriveranno altri bonus aiuti per il turismo (bar e ristoranti) e per l’automotive.