Nuove accuse contro Harvey Weinstein. In un lungo articolo pubblicato sul «New Yorker», Ronan Farrow sostiene che il produttore avrebbe ingaggiato due agenzie di investigazione molto note, il colosso Kroll e Black Cube, gestita da ex ufficiali del Mossad, l’intelligence israeliana, per tenere sotto controllo e minacciare le sue vittime. Weinstein, che nel frattempo dopo l’Academy degli Oscar è stato anche espulso dalla Television Academy responsabile degli Emmy Awards, avrebbe iniziato a mettere insieme il suo «esercito di spie» nel 2016. Un’agente si sarebbe fatta passare per una militante dei diritti delle donne con Rose McGowan registrando di nascosto le sue conversazioni mentre stava per pubblicare The Brave, libro considerato da Weinstein una minaccia.
Anche diversi giornalisti interessati al suo caso sarebbero finiti nelmirino del produttore. Le sue spie dovevano controllarli raccogliendo informazioni su tutto: dalla vita sessuale ai potenziali conflitti di interesse. Le intimidazioni interessavano le persone a loro vicini. Farrow cita l’esempio dell’ex-moglie di Ben Wallace, un giornalista del «New York» che aveva iniziato a investigare sui «segreti» del produttore, messa sotto sorveglianza dalle agenzie. Sembra inoltre, sempre secondo le informazioni di Farrow, che lo stesso Weinstein seguisse con attenzione i progressi delle sue «inchieste».