La sala mensa accanto agli stabilimenti del Petrolchimico di Ferrara è strapiena: sono venuti in tanti a dare solidarietà a Luca Fiorini, dopo che la LyondellBasell lo ha licenziato nel pieno della trattativa sindacale. Ci sono i sindaci di tutta la provincia, esponenti della società civile e della politica – dal Pd alla Sinistra ai Cinquestelle. Ma anche tante Rsu, dall’intera Emilia Romagna: dalla Hera di Forlì, Imola, Bologna, alla Delco di Modena, alla Sogin di Piacenza, fino a Rimini, e all’Enel di Parma, solo per citarne alcune. «È un attacco non solo a una persona, ma a tutto il sindacato, una rappresaglia, come avvenivano negli anni Cinquanta», dice Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil.

«Le imprese – prosegue Miceli – sembrano essere incoraggiate da un clima che c’è ormai in tutto il Paese, che vuole caricare la colpa della crisi sui lavoratori e i diritti che hanno conquistato negli anni. E che incita a liberarsene: visto che ogni nuova norma è indirizzata a smontare le tutele. Dall’altro lato le aziende mettono sul piatto dei soldi per convincerti ad abbassare la testa: la Basell offre un premio di partecipazione, come per dire “fregatevene di Luca e del sindacato”. Ma questa vertenza ci ha unito invece di dividerci, e Renzi per fortuna non ha ancora cancellato il diritto ad andare in giudizio per licenziamento discriminatorio».

Franco Garofalo, segretario regionale della Femca Cisl, aggiunge che il licenziamento di Luca Fiorini «è stato un modo per imporre il comando, così come avviene ormai in tutto il Paese, dove c’è chi ordina e chi si vuole solo obbediente. Che senso ha riferirsi a un codice etico aziendale quando si attacca al cuore il sindacato, il diritto stesso delle persone ad associarsi per tutelarsi?».

Per Massimo Zanirato, segretario Uil Ferrara, è anche «cambiata la dirigenza delle aziende rispetto a quella che conoscevamo fino al decennio passato: sembrano aver dimenticato che Luca Fiorini è su quei tavoli da oltre 20 anni, e che ha firmato tanti accordi, sembrano dimenticare che il sindacato, tutto, unitariamente, ha una sua dignità e non intende farsela calpestare».

Marco Trombini, delegato Uiltec della Basell, era al fianco di Fiorini durante la trattativa: «Non siamo qui sono in solidarietà con Luca – dice – ma per difendere il diritto del sindacato a contrattare. È chiaro che l’azienda vorrebbe scambiare la nostra autonomia con un invito indirizzato direttamente ai dipendenti: accettate il premio di partecipazione che vi offriamo. Ma le nostre iniziative si concluderanno solo con il ritiro del licenziamento».

«Io sto con la nostra Rsu, non solo con Luca», dice un altro dipendente Basell. Qui tutti hanno capito che la partita è collettiva: come spiega Raffaele Atti, segretario della Camera del Lavoro di Ferrara, Luca Fiorini è «ultrarappresentativo», visto che è stato il delegato eletto con più voti, conosce il territorio e le imprese, non solo la Basell. È insomma un simbolo, oltre che una voce autorevole. Quindi proseguiranno le manifestazioni, gli scioperi, e la mobilitazione sui social: #iostoconLucaFiorini.