Piazza Italia a Santiago continua ad essere Piazza Dignidad e non solo il venerdì si riempie di manifestanti che da una parte gridano «Piñera renuncia» e dall’altra preparano così il plebiscito del 26 aprile.

La repressione del governo diventa una delle forme di campagna elettorali possibili e passa dalla Legge per la sicurezza dello Stato, emanata da Pinochet durante la dittatura e che nonostante le revisioni subite non dimentica l’impronta golpista. Così il settimo tribunale di garanzia di Santiago ha denunciato l’ex militante del Mir, Jaime Castillo Petruzzi, per «espressioni che incitano alla sovversione dell’ordine pubblico».

L’AZIONE LEGALE, spinta dal ministero dell’Interno, arriva a seguito dell’intervento di Petruzzi, il 16 gennaio, durante la presentazione del libro Chem Ka Rakiduam, pensiero e azione della Coordinadora Arauco-Malleco (Cam) a cui partecipava anche Hector Llaitul, leader della stessa Cam.

Castillo è stato militante del Mir e ha trascorso 23 anni nelle carceri del Perù perchè attivista del movimento rivoluzionario Tupac Amaru (Mrta), dopo la scarcerazione, il 15 ottobre 2016, è tornato in Cile.

L’ASSURDA ACCUSA sosterrebbe che Castillo Petruzzi avrebbe formulato – davanti a un gruppo di persone – varie espressioni che incitano alla sovversione dell’ordine pubblico, parlando di guerriglia, attrito e sabotaggio e sollevando la possibilità di creare un potere militare superiore per affrontare le forze di Stato cilene al fine di far crollare «la spina dorsale della difesa dello Stato».
Già qualche settimana fa il coordinamento degli studenti delle superior aveva reso pubblico la denuncia contro 15 tra studenti e studentesse, proprio ai sensi della legge sulla sicurezza dello Stato, a seguito di una manifestazione tenutasi il 12 gennaio contro il Test di selezione universitaria (Psu) all’Università del Cile.

«SENZA DUBBIO l’azione governativa è volta a cercare di ridurre il livello di protesta della popolazione del Cile contro il sistema politico economico egemone e prova a fiaccare la mobilitazione contro l’attuale crisi politica/economica/sociale e morale che sta vivendo il paese» sostiene Castillo Petruzzi. Che poi ci ricorda come il suo non sia certamente un caso isolato, in quanto «molti prima di me sono stati denunciati, e addirittura alcuni anche arrestati. Parliamo di leader politici che hanno chiamato alla rivolta contro Piñera. Molti studenti sono stati colpiti, in maniera differente, dalla legge sulla sicurezza interna dello stato».

SEMPRE PETRUZZI RACCONTA che «non è come durante Pinochet ma per Piñera la cosa essenziale è il mantenimento del regime economico ereditato dalla dittatura e della Costituzione politica dello Stato».

Nei primi quattro mesi di mobilitazione nata dal rifiuto dell’aumento del costo del biglietto della metropolitana, in Cile ci sono stati 35 morti, 445 persone ferite gravemente agli occhi da colpi di pistola, 5558 denunce di violazione dei diritti umani, e 35mila persone arrestate per aver preso parte alla protesta.