E’ quasi scontato che nella memoria difensiva che Matteo Salvini depositerà lunedì alla Giunta per le immunità, l’ex ministro dell’Interno e leader della Lega continuerà a sostenere di aver «difeso i confini italiani», come va dicendo ormai da mesi. Ed è altrettanto scontato che è su questa linea che prenderà avvio il nuovo scontro nell’organismo parlamentare chiamato a decidere se accogliere o meno la richiesta avanzata questa volta dal Tribunale dei ministri di Palermo, che vuole processare Salvini per sequestro di persona aggravato e rifiuto di atti d’ufficio.

Accuse pensanti e, per quanto riguarda il sequestro di persona, simili a quelle per le quali il leder leghista verrà processato per il caso Gregoretti come richiesto dal Tribunale dei ministri di Catania, ma che questa volta riguardano la nave della ong spagnola Open Arms, tenuta in stand by per giorni ad agosto dell’anno scorso senza permettergli di sbarcare i migranti che aveva tratto in salvo nel Mediterraneo.

Per i giudici palermitani quel divieto di sbarco non fu «un atto politico», bensì «un’attività amministrativa»svolta «nell’esercizio delle funzioni e dei poteri del ministro dell’Interno». Un reato ministeriale, dunque, che per il Tribunale dei ministri di Palermo è frutto di una violazione delle «convenzioni internazionali, i principi ce regolano il soccorso in mare e, più in generale, la tutela della vita umana». Norme internazionali che prevalgono anche sul decreto sicurezza voluto da Salvini per impedire l’ingresso nei porti italiani alle navi con i migranti.

Difficilmente questa volta il leader della Lega potrà sostenere di aver agito in accordo con il governo, come ha fatto con il caso Gregoretti. Per ribadire che la decisione di lasciare la Open Arms per giorni in mare fu un’esclusiva di Salvini, i giudici citano infatti uno scambio di mail con il premier Conte, sollevandolo da ogni responsabilità. In una prima del 14 agosto il presidente del Consiglio invitava il ministro «ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti», ricevendo risposta negativa. E due giorni dopo rinnovava la richiesta, avvertendo che la linea portata avanti avrebbe comportato il rischio di un «illegittimo respingimento» e sottolineando che vi era la disponibilità di diversi Paesi Ue ad accogliere i migranti, «indipendentemente dalla loro età». A questa seconda mail Salvini rispose affermando che lo sbarco dei minori sarebbe avvenuto «suo malgrado», come «esclusiva determinazione» del premier.

Martedì il presidente della Giunta Maurizio Gasparri presenterà una relazione con le sue conclusioni che sottoporrà ai membri dell’organismo. Il voto è fissato per il 27 febbraio, per poi passare ai primi di marzo all’esame dell’aula.